mercoledì 24 ottobre 2012

Genitori troppo anziani. Data in adozione la piccola

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TORINO - Un nuovo papà e una nuova mamma, ma molto più giovani dei sui genitori troppo anziani. È adottabile la bambina di 2 anni e mezzo che era stata tolta ai genitori proprio perché ritenuti troppo anziani. Lo ha deciso la Corte d'Appello di Torino, che ha confermato la decisione del Tribunale dei Minori dopo avere valutato una perizia sulla capacità genitoriale della coppia, lui, Luigi De Ambrosis, di 71 anni e lei, Gabriella De Ambrosis, di 59 anni, che abita a Mirabello (Alessandria).

martedì 23 ottobre 2012

L'ultimo saluto a Carmela.

(AGI) - Palermo, 23 ott. - La sua citta' da' l'ultimo saluto alla 17enne Carmela Petrucci, accoltellata a morte venerdi' scorso a Palermo nel tentativo di difendere la sorella Lucia dall'assalto del suo ex fidanzato. In mattinata il ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri ha comunicato che il Presidente della Repubblica conferira' la medaglia d'oro al valor civile alla 17enne. Un lungo applauso ha salutato la bara di Carmela all'arrivo del feretro nella chiesa di Sant'Ernesto, dove si celebrano i funerali, centinaia di giovani hanno manifestato battendo le mani la loro commozione quando e' giunto il feretro, bianco e ricoperto di rose bianche.
"Solo Gesu' puo' ascoltare la nostra preghiera bagnata di lacrime e solo lui puo' risollevarci e ridare speranza al nostro cuore. La nostra preghiera e' per Carmela per Lucia che grazie al sacrificio della sorella riprendera' a sorridere tra qualche tempo. E la nostra preghiera e' per la sua famiglia, anche con il nostro silenzio rispettoso e partecipe. Ma la nostra preghiera e' anche per Samuele perche' possa intraprendere il cammino del pentimento".
  Cosi' il cardinale arcivescovo di Palermo, Paolo Romeo, durante i funerali di Carmela Petrucci ha invitato a pregare anche per l'assassino, Samuele Caruso. "Le vittime di questa tragedia - ha aggiunto - non sono solamente Carmela e Lucia, sono state colpite le nostre famiglie, le notte relazioni, la comunita' scolastica del liceo Umberto I e l'intera societa'. Queste tragedie ci accomunano tutti nel clima che le ha generate, c'e' una radice comune quando ci volgiamo a considerare insondabile abisso del cuore umano, e nello scegliere tra il bene e il male".
PADRE DI CARMELA: REPRIMERE VIOLENZA CONTRO LE DONNE
"L'immenso dolore che ci ha colpiti non trovera' mai fine.
  Questo dolore segnera' tutta la nostra vita e i nostri affetti.
  Ringrazio tutti coloro che ci sono stati vicini". Cosi' Serafino Petrucci, il padre di Carmela, la diciassettenne uccisa Palermo, in un messaggio letto dal cugino al termine dei funerali. Serafino Petrucci, in chiesa con la moglie Giusi, non ha avuto la forza di parlare. "Spero che nessun padre debba piu' piangere la morte della figlia uccisa da una mano vile.
  Auspico che violenza alle donne sia repressa senza alcun sconto di pena", ha affermato ancora il padre della ragazza nel messaggio.
 
MADRE DI CARMELA: SOGNAVA DI DIVENTARE MEDICO PEDIATRA
"Com'era Carmela? Carmelina era dolce, amava la pace e la serenita', era molto studiosa e ordinata. Il suo sogno era di diventare un medico pediatra. Non le piaceva veder soffrire nessun essere. Sono grato a tutti quelli che ci sono stati vicini. Pregate per Lucia e Antonino. Ciao angelo mio". Questo il messaggio della madre di Carmela Petrucci, Giusi, letto al termine dei funerali dal cugino della ragazza uccisa a Palermo dall'ex fidanzato della sorella. Lo stesso cugino ha poi letto un messaggio del fratello di Carmela, Antonino: "Carmela era una bambina meravigliosa, era il mio angelo e me l'hanno portata via. Chiedo di pregare per Lucia, un altro angelo, perche' meta' di lei ora non c'e' piu'. Chiedo di fare giustizia. Ciao angelo mio".

domenica 21 ottobre 2012

Lucia sta meglio. Ancora non sa che la sorella e' morta per difenderla

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Domenica 21 Ottobre 2012 - 12:24
PALERMO -  «Lucia sta meglio, rispetto a ieri è anche più rilassata e sciolta». Lo ha detto il primario del reparto di chirurgia dell'ospedale Cervello di Palermo, Giuseppe Termine, che ha operato Lucia Petrucci, la diciottenne accoltellata dall'ex fidanzato, Samuele Caruso, che ha anche aggredito e ucciso la sorella della ragazza, Carmela, 17 anni.
Lucia è ricoverata nel reparto di rianimazione. «È lucida, parla - ha aggiunto il medico - e oggi le abbiamo strappato anche un sorriso, quando le ho detto che per nascondere i segni delle ferite riportate abbiamo chiamato anche un chirurgo plastico». L'assassino, che è in carcere ed ha confessato il delitto, ha colpito Carmela, che si era messa in mezzo per difendere la sorella, alla gola, recidendole la carotide, poi Lucia con una ventina di coltellate all'inguine, nella zona lombare e anche alla lingua.
«Lucia - ha concluso il medico - ha dolori alla schiena per i punti, ma non porterà, almeno fisicamente, le conseguenze di questo fatto tremendo, perchè il ragazzo, pur infliggendole ferite profonde che sono arrivate a recidere i muscoli, non ha raggiunto organi vitali». Per precauzione i sanitari mantengono la prognosi riservata.
CARMELA E' MORTA SGOZZATA Due coltellate alla gola che le hanno tranciato la carotide. Carmela Petrucci, 17 anni, è morta così: sgozzata. Lo ha appurato l'autopsia svolta questo pomeriggio. Mentre stramazzava per le scale, in una pozza di sangue, la sorella Lucia, 18 anni, è stata colpita da una ventina di fendenti sul collo, sull'addome, sull'inguine, sulle labbra e sulla lingua. Colpi «lineari», quasi fossero stati provocati da un bisturi.

LA CONFESSIONE In realtà l'arma usata da Samuele Caruso, 23 anni, che ha confessato il delitto dopo tre ore di interrogatorio, è un coltello «butterfly», una lama estremamente tagliente, ritrovata dalla polizia nel motorino dell'assassino, catturato mentre tentava la fuga su un treno. Carmela è morta sul colpo, Lucia, che si è salvata, rimarrà sfregiata: è viva per miracolo, solo perchè una delle coltellate inferte dal suo ex fidanzato non ha reciso per pochi centimetri l'arteria succlavia. Un delitto atroce. Compiuto, secondo gli inquirenti con «lucidità».

AZIONE PREMEDITATA Nessun raptus di follia, dunque. Ma un'azione premeditata. Samuele sarebbe sceso da casa con l'intento di uccidere, portandosi dietro il coltello. Lucia lo aveva lasciato dopo una relazione di sei mesi, nata su Facebook  e finita prima dell'estate. Samuele è accusato di omicidio volontario premeditato e tentativo di omicidio. Al pm Caterina Malagoli che lo ha interrogato ha confessato l'aggressione alle due sorelle, sostenendo però di avere ucciso Carmela «per sbaglio», perchè «Lucia si è riparata con le mani» e la sorella si è frapposta tra i due nel tentativo di difenderla. Ma l'autopsia fa supporre uno scenario differente. Il movente passionale dunque è racchiuso nel rifiuto della ragazza di riallacciare il rapporto. Samuele, secondo la ricostruzione degli investigatori guidati dal capo della squadra omicidi Carmine Mosca, avrebbe perseguitato la ragazza per giorni con sms e introducendosi sulla sua pagina Facebook. «Pensavo avesse un altro» ha detto durante l'interrogatorio.


LA FUGA Dopo avere lasciato le due ragazze in pozza di sangue, Samuele è fuggito col motorino. Non è ancora chiaro se qualcuno lo abbia aiutato nel tentativo di fuga; il ragazzo quando è stato fermato dagli agenti, che lo hanno rintracciato agganciando le celle del suo cellulare, avrebbe indossato abiti diversi da quelli che aveva quando ha sorpreso le ragazze davanti la loro abitazione, un edificio in via Uditore a una ventina di metri da una caserma dei carabinieri. Sar…à interrogato lunedì dal gip, che dovr… decidere sulla convalida dell'arresto.

"COME STA MIA SORELLA?" La famiglia Petrucci è sconvolta. Lucia, sottoposta a un intervento chirurgico, non sa ancora che Carmela è morta. «Come sta mia sorella?» ha chiesto ai genitori e al fratello Antonio che le hanno fatto visita nel reparto di rianimazione dell'ospedale Cervello dove è tenuta sotto osservazione dai medici. «Tua sorella Š pi— grave, se ne stanno occupando altri dottori in un altro ospedale», hanno risposto i familiari rispettando le indicazioni degli psicologi incaricati di assistere  i genitori delle due ragazze e di preparare la giovane prima di darle la notizia della morte della sorella. «Sistemeremo Lucia in modo tale che la madre le possa stare pi—ù vicina in queste ore - dice Giuseppe Termine, primario del reparto di Chirurgia del Cervello - Dopodomani mattina sarà trasferita in reparto, in quel momento saprà già… della morte della sorella». Samuele ha inferto a Lucia una ventina di coltellate su tutto il corpo. Quella più grave l'ha colpita alla regione lombare, sopra l'osso sacro: una ferita lunga circa 13 centimetri che sanguinava moltissimo. Se il colpo vicino alla clavicola avesse raggiunto l'arteria succlavia, la ragazza sarebbe morta dissanguata. «Mi ha colpito il fatto che fosse una ferita lineare, proprio come se fosse stato usato un bisturi - ha spiegato il primario che domani comunicherà il secondo bollettino sulle condizioni della giovane - Lo stesso Š accaduto alla lingua, ha anche una ferita al labbro di almeno 4 centimetri, un'altra all'inguine sinistro di 7-8 centimetri e una nella guancia».

venerdì 19 ottobre 2012

Mattino5. Intervento dell'associazione Avisl e del movimento L'italia Vera sui pirati della strada

Intervento del presidente dell'Avisl Domenico Musicco a mattino5 tra gli ospiti Elisabetta Cipollone mamma Di Andrea e responsabile per il Movimento L'Italia Vera del dipartimento Tutela e affermazione dei diritti delle Vittime della strada e il signore Mario Bernini scampato miracolosamente ad un pirata della strada



http://www.video.mediaset.it/video/mattino_5/full/353346/venerdi-19-ottobre.html

Resoconto stenografico dell'intervento dell'onorevole Borghesi sulla Pas

(IRIS PRESS) – ROMA, 18 OTT - “Il Ministero della Sanita’ dichiara che la Pas, sindrome di alienazione genitoriale, non risulta inserito nell’IC10 ne nel DSM4, unici manuali diagnostici di riferimento. Il Ministero aggiunge che tutte le pubblicazioni al riguardo sono auto-pubblicate,così come avviene anche negli Usa, dal momento che non hanno mai ricevuto alcun riconoscimento scientifico. L’Istituto Superiore di Sanità, inoltre, ha voluto sottolineare come sia inutile e scientificamente ingiustificato etichettare un disturbo affettivo in una patologia”.
Lo ha detto oggi in Aula, Antonio Borghesi, vicepresidente del gruppo IDV alla Camera, durante lo svolgimento di interpellanze urgenti.
“Alla luce di questi fatti chiediamo se il Ministro Balduzzi non intenda provvedere affinché non si faccia più ricorso a questa diagnosi, specie nei casi di perizie tecniche; e se intenda prendere provvedimenti per rendere quelle esistenti del tutto prive di alcun significato dichiarandole inattendibili” ha concluso Borghesi.http://www.camera.it/410?idSeduta=0706&tipo=stenografico

giovedì 18 ottobre 2012

Avvocato Stefano Ciapanna Valore Donna intervento a Mattino5

Al via oggi l’udienza preliminare a carico di Patrizio Franceschelli, il ragazzo che lo scorso 4 febbraio uccise il figlio di 16 mesi gettandolo nelle acque del Tevere. Fuori dall’aula la madre con numerosi amici ha esposto una maglietta con una foto del piccolo Claudio.
Momenti di tensione si sono registrati al momento dell’arrivo dell’imputato che, scortato dagli agenti penitenziari, è entrato mandando baci con la mano ai presenti. Tensioni, anche quando è giunto il fratello di Franceschelli e quando l’imputato ha lasciato il palazzo di giustizia.
Il gup Adele Rando ha accolto la costituzione di parte civile del Comune di Roma e dell’Associazione Valore Donna. Respinta la richiesta della difesa di giudicare l’imputato con rito abbreviato dopo aver svolto una nuova perizia psichiatrica.
L’uomo, sulla base di un precedente accertamento medico, è stato giudicato sano benché con alcuni comportamenti sociopatici. Secondo la difesa, invece, al momento del fatto l’uomo non era capace di intendere e di volere. Dopo il ‘no’ del gup si procederà quindi con rito abbreviato ma senza perizia. Omicidio volontario aggravato dal vincolo di parentela, il reato contestato a Franceschelli.
L’udienza è stata aggiornata al 4 dicembre per la discussione.






http://www.video.mediaset.it/video/mattino_5/full/352993/mercoledi-17-ottobre.html

lunedì 15 ottobre 2012

domenica 14 ottobre 2012

Uccide l'amante della moglie.

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Sabato 13 Ottobre 2012 - 20:04
BOLOGNA -  Aveva appreso da qualche giorno che la moglie, con cui viveva ormai da tempo da separato in casa, voleva farsi una nuova vita con un altro uomo. Così oggi da Jesi (Ancona) ha seguito la donna, che alla stazione di Bologna si è incontrata con il nuovo compagno. Quando li ha visti insieme, accecato dalla gelosia, ha aggredito l'uomo accoltellandolo a morte. Un scena avvenuta sul primo binario della stazione, davanti a tante persone. L'assassino, Sergio Ucciero, di 55 anni, originario di Sondrio, agente di commercio, è stato subito arrestato dalla Polfer.
La vittima è Alessandro Porrovecchio, 53enne torinese che operava nel campo informatico, vedovo con due figlie. «Fuggire, non fuggo. Quello che dovevo fare l'ho fatto», ha detto l'omicida a Raffaele Rossi, 29 anni, militare del genio ferrovieri di Castel Maggiore, che con un suo amico lo ha bloccato e poi consegnato alla polizia. Sia l'assassino che la moglie, 49enne, vivono da separati in casa a Jesi (Ancona), dopo aver vissuto per anni a Bergamo. La donna, che è stata anche colta da malore dopo l'accoltellamento, è stata sentita a lungo dal Pm Antonello Gustapane, che si occupa della vicenda, ricostruendo il fatto, gli antefatti e il rapporto con il marito, a quanto pare in difficoltà economiche.
Questa mattina la donna era partita da Jesi in treno, dicendo al marito che andava a Bologna per incontrare una parente. In realtà si doveva incontrare con il nuovo compagno. Il marito, però, si è insospettito e sembra che abbia raggiunto Bologna in auto attendendo poi in stazione. Quando ha visto la moglie con il nuovo uomo ha estratto un grosso coltello da cucina, che si era probabilmente portato da casa, e, prendendolo alle spalle,ha colpito A.P. con diversi fendenti al torace, facendolo morire in pochi attimi. Poi l'assassino è stato bloccato. «All'inizio un pò si dimenava, poi si è fermato», ha raccontato il militare che lo ha bloccato. «A un certo punto abbiamo visto come una colluttazione con urla, - è stata la sua testimonianza - due che si mettevano le mani addosso.
Il mio amico Francesco è partito per separarli. Abbiamo visto un uomo in terra che non si muoveva e a fianco questo coltello abbastanza grande, subito non ce ne eravamo accorti». Anche Rossi allora è intervenuto, «il mio amico aveva bloccato quell'altro, io l'ho immobilizzato in modo più deciso. Abbiamo chiesto aiuto, chiamato un'ambulanza». In quel momento la stazione era piena di gente. «Ma erano tutti immobili, forse non si erano resi conto di quello che era successo». Ucciero è agente della Einaudi e si occupa di libri dal 1975. Per la Einaudi ha lavorato a Sondrio, a Bergamo ed era stato responsabile per Modena, Bologna e la Romagna prima di approdare nel 2011 nelle Marche. La moglie aveva lavorato alle sue dipendenza ma ora era disoccupata.

venerdì 12 ottobre 2012

Intervento dell'onorevole Borghesi sul caso del bambino di Padova

Oggi sono intervenuto per Idv in replica all'informativa urgente del governo sul caso del bambino di Padova "catturato" a forza dalla polizia nella sua scuola.
Lascio di seguito anche il testo completo del mio intervento:
Signor Sottosegretario, voglio precisare che quanto ieri si è consumato non ha nulla a che vedere con le problematiche della separazione di due genitori : sarebbe troppo semplicistico rimettere la responsabilità dell’accaduto alla litigiosità di questi ed al loro mancato interesse negli interessi del figlio per le proprie rivalse . Semmai serve a dimostrare
- il fallimento del sistema assistenziale sociale a cui sono state progressivamente tagliate risorse e strumenti di intervento;
- la mancanza di servizi di sostegno familiare che seguano i percorsi delle famiglie nelle varie forme;
-la mancanza educatori terapisti insegnanti di sostegno , tutte figure chiave fondamentali per il recupero di situazioni al limite;
- la corretta esecuzione delle ordinanze che, in casi come questi, vanno eseguite non dalla sola polizia ma da servizi sociali specifici.
Entrando nel merito, Lo Stato che ha violato il primario presidio di educazione alla legalità, che è la Scuola. E violentato – perché di violenza si tratta - uno dei suoi figli più fragili, un
bambino vittima di un forte disagio.
Al Capo della polizia, oggi, non spetta solo il compito di “rimediare”, ma anche quello di assumere su di sé la responsabilità di un gesto capace di rifondare quella credibilità, quella fiducia nella Polizia, che la renda degna di una democrazia matura soprattutto in tempi così
martoriati.
L’ordinanza in fase di esecuzione avrebbe dovuto essere intesa nella PRIORITARIA TUTELA DEL CITTADINO MINORENNE ,ed in quanto tale incapace a comprendere il significato di ciò che gli stava succedendo, di opporre una propria difesa ed infine di imporre il rispetto della sua dignità .
In tarda mattinata quando già le Agenzie battevano le nostre reazioni più indignate il Questore di Padova è arrivato a mistificare l’accaduto , alludendo ad un eventuale pretestuosità della famiglia all’esposizione dei media , incurante del drammatico impatto che subito ha avuto sulla comunità locale. Come dire che, se non vi fosse stato il video, e non avessimo saputo, tutto andava bene. Per questo egli dovrebbe dimettersi od essere rimosso dal suo incarico.
Solo in tarda serata il Direttore della Polizia , Manganelli , ha trovato giusto porgere scuse ufficiali , quasi che avvertisse più un dovere che un sincero rammarico giustificare il suo operato : dichiarando la mera intenzione ad un indagine interna senza disturbarsi ad alcun provvedimento disciplinare immediato . Che rendesse temporaneamente giustizia ai tanti , troppo diritti di un bambino di 10 anni che solo poche ore prima aveva calpestato.
Quanto al capo della polizia, che – non dimentichiamolo – è il funzionario dello Stato più pagato (oltre 620 mila euro all’anno, sei volte il capo dell’FBI americana), proprio per questo ha dimostrato la sua incapacità a prevenire e gestire situazioni come questa e dovrebbe trarne le conseguenze.
In ogni caso è assurdo che non abbia preso provvedimento alcuno nei confronti dell’ispettrice che ha commesso un vero e proprio abuso di potere quando ha urlato: “Io sono un ispettore di polizia e lei non è nessuno”. E Lei ha omesso di riferirlo, signor Sottosegretario. Non c’è bisogno di indagini, poiché il sonoro di quel video non può essere sfuggito al Capo della polizia, che avrebbe dovuto immediatamente sospendere dal servizio quell’ispettrice, indegna di appartenere alla Polizia di Stato.
Quanto al suo intervento, signor Sottosegretario, noi avremmo voluto sentire ben altre risposte alle domande che un caso del genere richiede.
Gliene elenco qualcuna così come le ho ricevute ieri.
Giuditta , 14 anni , Milano “Ma possono farmi questo anche se ho già 14 anni?"
Tommaso 12 anni Perugia “ Se non ti muovi loro ti possono trascinare ?”
Alessandro 11 anni Bologna “ Ma succede solo prima o anche dopo che i genitori si separano ? “
Lucrezia 8 anni “ Roma “ Lo possono fare anche se glielo spieghi EDUCATAMENTE che non vuoi andare con loro ? “
Giovanni 12 anni Roma ” E se ti muovi possono anche spararti ?
Alessandra 11 anni Ravenna “ Poi quando ti prendono ti lasciano più ?”
Costanza 12 anni Roma “ Se dici che non è colpa di nessuno ti lasciano andare dove vuoi ? “
Bianca 7 anni Londra “ Ma c’è la guerra in Italia ? “
Martina 7 anni Napoli “ Poi dove ti portano , in un posto bello oppure brutto ? “
E l’ultima ma forse la più importante
Lucia 12 anni Roma , disabile intellettiva : “ ma vengono domani anche da noi a scuola ?”


mercoledì 10 ottobre 2012

Trattato come un boss.

QUESTO E' QUELLO CHE HANNO DETTO I POLIZZIOTTI

Nella mattinata odierna veniva data esecuzione ad un provvedimento della Corte d’ Appello – Sezione minori di Venezia che aveva disposto l’ allontanamento del minore dall’ ambiente materno, affidandolo in via esclusiva al padre con collocamento in una comunità.

L’ inter...
vento è stato eseguito presso la scuola in quanto i tentativi esperiti in passato presso la casa materna e dei nonni non avevano avuto l’ esito sperato perché il bambino si nascondeva alla vista degli assistenti sociali e del personale sanitario intervenuti.

Considerato che la Corte d’ Appello ha recentemente rigettato un ricorso finalizzato alla sospensione del provvedimento presentato dalla madre, anche su indicazione del consulente della della corte d’ appello è stato individuato il plesso scolastico quale luogo ritenuto neutro e, quindi, idoneo all’ esecuzione.

L’ intervento ha comportato notevoli difficoltà per la reazione del bambino e l’ opposizione energica di alcuni familiari della madre che ceravano di impedire al padre di condurre il minore alla comunità individuata. Si rendeva, pertanto, necessaria l’ azione di supporto dei poliziotti intervenuti come previsto dalla citata ordinanza


martedì 9 ottobre 2012

Mattino5 La storia del piccolo Claudio intervento del Senatore Stefano Pedica


ASSOCIAZIONE VALORE DONNA E COMUNE DI ROMA SI COSTITUISCONO PARTE CIVILE NEL PROCESSO DEL PICCOLO CLAUDIO

ottobre 7, 2012   
L’associazione Valore Donna attraverso il legale Stefano Ciapanna che segue la famiglia del piccolo, si costituirà parte civile insieme al Comune di Roma. “Bisogna insistere sul concetto della certezza della pena -ha affermato Valentina Pappacena, presidente dell’associazione- proprio per questo caso specifico ci attendiamo una pena severa visto che anche alla perizia ha stabilito che il padre era assolutamente in grado intendere e di volere”. Si terrà infatti il 9 ottobre prossimo, davanti al gup Adele Rando, la prima udienza per la morte del piccolo Claudio, il bimbo di appena 16 mesi gettato nel Tevere dal padre, Patrizio Franceschelli, 26 anni, lo scorso 4 febbraio. Il tecnico incaricato dal Gip di svolgere la perizia psichiatrica sul padre del bimbo, attualmente detenuto a Regina Coeli, ha ritenuto che “al momento dell’atto-reato l’indagato, non essendo condizionato da elementi espressivi di malattia mentale, era capace di intendere e di volere”.






http://www.video.mediaset.it/video/mattino_5/full/351444/lunedi-8-ottobre.html

mercoledì 3 ottobre 2012

Dirigente case popolari buca ruote a disabile per dispetto

LECCO - Episodio incredibile, quello successo a Lecco. Protagonista il presidente dell'Aler (l'istituto delle case popolari) di Lecco, ANtonio Piazza, che alcuni giorni fa ha parcheggiato la propria Jaguar in un posto riservato ad un disabile. Il quale, trovando il suo posto occupato, ha chiamato i Vigili urbani per far rimuovere l'auto. I vigili urbani hanno costretto Piazza a spostare la sua auto; ma quest'ultimo deve aver considerato la cosa come un affronto perchè, appena vigili sono andati via, è tornato e ha bucato le gomme dell'auto del disabile. Purtroppo per lui non si è accorto che la zona era coperta da una telecamera di sorveglianza, per cui è stato subito individuato.
Martedì, dietro le pressioni del Pdl locale, di cui Piazza fa parte, è stato costretto a dimettersi dalla sua carica. Ma la cosa non gli è andata giù: "Le mie dimissioni non sono assolutamente giuste. Non le ho certo date volontariamente. Il mio comportamento è sempre stato improntato nella massima correttezza nel ruolo che ho svolto fino ad oggi nell'azienda lombarda per l'edilizia residenziale. Spero che l'assessore lombardo nelle prossime ore le respinga". 

martedì 2 ottobre 2012

Per la Cassazione e' stupro se la donna dice no

ROMA - Non basta il consenso iniziale, per avere la libertà di fare ciò che si vuole al partner durante il rapporto sessuale: se dice di no e l'altro continua, c'è lo stupro. E' quello che ha deciso la Corte di Cassazione, chiamata a decidere su un ricorso di un caso abbastanza particolare. Protagonisti un 33enne muratore marchigiano che ha conosciuto una ragazza 29enne e ha iniziato una relazione con lei. I loro rapporti sessuali erano decisamente spinti, ma c'era il consenso di entrambi, di norma. Ma alle volte lei si opponeva a certe pratiche; un no che lui ignorava. Da qui l'accusa di stupro, contestata dai legali dell'imputato che sottolineava come c'era una alternanza di consensi e dissensi da parte della donna, a dimostrazione che i dissensi non erano seriamente espressi, se poi c'era di nuovo il consenso ad altre pratiche sessuali.
Ma la Cassazione ha stabilito che non basta il sì iniziale o successivo per cancellare un no intermedio. E che in quel caso, se l'uomo non si ferma, commette uno stupro.