martedì 25 novembre 2014
"Uomini che maltrattano le donne" di Lundy Bancroft
Non sempre è immediato per chi subisce violenza dare un nome alla propria esperienza, soprattutto quando chi agisce la violenza è una persona vicina, a lungo amata e stimata, come il marito o il compagno. Spesso la donna che subisce una qualche forma di violenza nell'ambito della relazione di coppia ha semplicemente la percezione che le cose non vadano bene, e di stare male e in continua tensione e sofferenza. Può pensare che ci sia un problema di conflittualità nella coppia o di non essere in grado di interpretare correttamente il proprio ruolo di moglie, o che il compagno sia solo molto stanco e stressato. Spesso sono conoscenti, amici, terapeuti, oppure il marito stesso, a suggerire che "non succede nulla di strano", "si è trattato solo di uno schiaffo", "capita in tutti i matrimoni", e così via.
Uomini che maltrattano le donne offre strumenti pratici per riconoscere il problema e per uscirne. Nel linguaggio quotidiano, espressioni come “violenza sulle donne”, “violenza di genere”, rimandano sempre a un problema delle donne. Sin dagli anni Settanta, perfino la riflessione femminista sul tema tendeva a indirizzare l’attenzione di pubblico, lettori e lettrici su un problema specificamente femminile.
Lo storico The Battered Woman di Lenore Walker analizzava la questione della donna che subisce violenza nella coppia, individuando ipotetiche caratteristiche tipiche di coloro che vengono picchiate, stuprate, maltrattate dal marito o dal compagno: questa prospettiva, che scaturiva dalle migliori intenzioni di comprendere e risolvere un problema, non faceva però che attribuire responsabilità alla donna stessa, inducendola a farsi delle domande sul perché subisse violenza, a mettersi in discussione e modificare il proprio comportamento nel vano tentativo di prevenire i maltrattamenti.
Lundy Bancroft, a partire dalla sua esperienza pluridecennale di counsellor che lavora per il recupero di uomini maltrattanti, ha scelto di scrivere un libro che rovescia la prospettiva secondo la quale la violenza sulle donne sarebbe un “problema femminile”. Non si chiede più "perché le donne cadano vittima della violenza” o “perché le donne rimangano” con un uomo violento, ma si domanda invece perché certi uomini maltrattino le proprie compagne. Bancroft trova dettagliate risposte nella psicologia degli uomini che maltrattano, nel loro comportamento, nel loro sistema di valori e pensieri.
Il libro è pensato come strumento pratico, una vera e propria guida di auto-aiuto, di lettura scorrevole e sempre chiara, per aiutare le donne a smascherare, uno a uno, con esempi lampanti e sempre calzanti, i meccanismi messi in atto dagli uomini violenti. Di capitolo in capitolo, le donne che hanno avuto la sventura di imbattersi in uomini prepotenti ritroveranno negli esempi citati i comportamenti tipici dei loro compagni. Le lettrici apriranno gli occhi sul fatto che cercare in sé stesse la causa del problema e tentare di cambiare in prima persona in modo che lui cambi a sua volta le ha sempre portate fuori strada. Non sono loro, mogli maltrattate, all’origine della violenza. Gli unici responsabili del dolore e dell’amarezza procurati alle proprie mogli e ai propri bambini sono unicamente gli uomini violenti.
Bancroft analizza le diverse tipologie di uomo maltrattante, smascherando le tipiche strategie che mette in atto per scaricare la colpa sulla donna e perfino per ottenere complicità dagli amici, dai parenti o anche da professionisti come avvocati, giudici, psicologi, o da sacerdoti e pastori di culto. Lo stile è chiaro, immediato, e sempre molto delicato, nella consapevolezza che la lettrice, donna che subisce da anni, tra le mura di casa, una violenza di qualche tipo, è già fin troppo abituata a subire pressioni, a trovarsi a combattere con qualcuno che le dice cosa deve fare e cosa deve pensare.
Bancroft mette al primo posto la sicurezza della donna e il rispetto delle sue valutazioni e delle sue decisioni. Anche la scelta di lasciare il compagno maltrattante va affidata solo e unicamente a lei, che conosce meglio di chiunque altro l'uomo con cui ha a che fare, i sentimenti che l'hanno legata a lui e i rischi che eventualmente corre o corrono i suoi figli in caso di separazione. Fare pressioni su una donna che subisce maltrattamenti affinché lasci al più presto il marito non fa che acuire la sua solitudine e la sua colpevolizzazione nel caso in cui non si senta ancora pronta ad andare via. Bancroft insiste invece sull’importanza per lei di ricevere ascolto e rispetto, qualunque sia la fase che sta attraversando.
In questo senso, il libro è prezioso anche per i professionisti (avvocati, giudici, psicologi, psicoterapeuti) che lavorano con donne vittime di violenza e per tutti coloro, amici e parenti, che desiderano aiutare una donna che subisce maltrattamenti all’interno della coppia.
cover vallardi
Lundy Bancroft - Uomini che maltrattano le donne. Come riconoscerli per tempo e cosa fare per difendersi di - Editore Vallardi - 18 euro
sabato 8 novembre 2014
Guida per la Vita

venerdì 7 novembre 2014
Latina: Dormitorio chiude, Pappacena: "vergogna totale" Tripodi: "non lo permetteremo"
Ancora una volta a rischio il servizio "emergenza freddo" per i poveri e i senzatetto. Lanciato l'hashtag vergogna totale per ottenere una risposta dal sindaco. La stagione invernale potrebbe diventare un vero incubo per i poveri e i disagiati di Latina. È a rischio, infatti, il servizio del dormitorio pubblico. La struttura sembra chiuderà a dicembre. "Ho ricevuto la segnalazione da una persona che attualmente vive le sue notti nel dormitorio comunale. A quanto sembra - afferma Valentina Pappacena, presidente dell'Associazione Valore Donna di Latina - una delle assistenti sociali del Comune avrebbe invitato questo utente a dormire per qualche giorno su una panchina...
Un fatto che trovo scandaloso. Resto basita, senza parole, davanti a tanta insensibilità nei confronti di persone che, se usufruiscono del dormitorio comunale, sono già in evidente difficoltà. Spero che il prossimo assessore ai Servizi sociali faccia un po' di pulizia all'interno del personale, selezionando chi davvero merita un posto al fianco dei disagiati". Il problema maggiore, però si presenterà il mese prossimo, quando il dormitorio potrebbe chiudere i battenti. "I Servizi sociali non sono stati mai in grado, finora, di dare risposte concrete per l'emergenza abitativa, per gli sfrattati e per i nuovi poveri.
Il caso di via Respighi ne è stato un esempio lampante. Inoltre, a quanto mi risulta - continua Pappacena - non regge la scusa 'ufficiale' che le assistenti stanno facendo passare tra le persone che occupano la struttura di via Aspromonte, cioè la mancanza di fondi a causa delle dimissioni del sindaco Giovanni Di Giorgi. La realtà è un'altra: sembra che il Comune abbia vinto un bando per ospitare i rifugiati politici, servizio che viene affidato ai Comuni dietro rimborso. Adesso l'ente di Piazza del Popolo ci confermi o smentisca questa notizia.
Aspettiamo risposte dal sindaco, seppure dimissionario, e dall'assessore, seppure con una delega in bilico". Se la realtà, il motivo della possibilità della chiusura del dormitorio pubblico è davvero l'arrivo dei rifiugiati, Pappacena esprime una riflessione: "È questo il futuro che vogliamo per Latina, dove un Comune abbandona i suoi cittadini più bisognosi per arraffare pochi spicci? Sicuramente anche i rifugiati hanno bisogno di ricovero, ma non ci sembra opportuno cacciare via chi, in città, ha bisogno di assistenza e di quel servizio essenziale soprattutto nelle fredde notti invernali. Si trovi un'altra sistemazione per gli eventuali nuovi arrivi.
Ma soprattutto non si abbandonino i nostri poveri, non si mettano di nuovo in mezzo a una strada le persone senza un tetto. Attualmente ci sono 15 uomini e nessuna donna nel dormitorio, ma l'utenza con l'arrivo del freddo è destinata ad aumentare". Pappacena ha lanciato un hashtag su Facebook: #vergognatotale ed invita tutti coloro che si sentono indignati dalla chiusura del dormitorio a scrivere un commento sui propri social network seguito dallo stesso hashtag per sollecitare una risposta dal Comune e per indurlo a non chiudere la struttura di assistenza ai senzatetto.
Interviene duramente sulla vicenda anche Ferdinando Tripodi, Vice Presidente di Valore Donna:"colpire chi già vive una situazione drammatica è un atto gravissimo di inciviltà che viola non solo i DIRITTI sanciti dalla Costituzione Italiana, ma anche la Carta dei diritti Universali dell'uomo. Il comune deve spiegare al più presto. Se tutto ciò verrà confermato siamo pronti a mobilitarci e a non permettere che ciò accada."
martedì 4 novembre 2014
Iscriviti a:
Post (Atom)