Nell’Italia dell’oscurantismo succede anche questo. E non a caso succede nella ricca “Padania” leghista, nel Veneto, in provincia di Vicenza, a Bassano del Grappa, all’Istituto tecnico per ragionieri “Luigi Einaudi”. Due giovanissimi studenti di 15 anni vengono sorpresi nel bagno mentre fanno sesso. Il Preside, Giovanni Pone, li ha sospesi entrambi: lui per un giorno, lei per quattro. Il dirigente scolastico, interrogato sui motivi, non ha voluto assolutamente tornare sull'episodio - «No comment» ha risposto un po' irritato - limitandosi ad aggiungere che la scuola «sta lavorando efficacemente con le famiglie in termini educativi».
Rispetto al fatto “nudo e crudo” mi pare di poter fare le seguenti riflessioni:
1. Il fatto che due ragazzini di 15 anni abbiano rapporti sessuali non è di per sé scandaloso: bisogna solo capire in quale quadro culturale ciò avviene. Hanno avuto adeguata preparazione dalle famiglie e dalla scuola sulla sessualità e sulle sue implicazioni, comprese quelle di natura sanitaria e sulla contraccezione? Temiamo che così non sia stato e questo è il primo grande problema. Spesso le famiglie sono in imbarazzo e la scuola, in una realtà bigotta come quella della provincia veneta, ben poco ha fatto per dare adeguate informazioni ai ragazzi.
2. Se così è il fatto avviene entro un quadro di tipo emulativo, indotto da trasmissioni-spazzatura trasmesse dalle reti televisive, come il Grande Fratello o l’Isola dei famosi, o peggio ancora da facili esempi ripresi via internet. Poteva avvenire a scuola, come è avvenuto, o in qualunque altro posto. Era giusto punirlo nel primo caso e non nel secondo? Forse un incontro tra i ragazzi, i loro genitori ed il Preside avrebbe avuto una superiore valenza educativa. Se c’era da sospendere qualcuno erano il Preside ed i genitori per la loro incapacità a trasmettere un approccio positivo alla sessualità, da non vivere nascostamente dentro il ristretto spazio di un cesso!
3. E quand’anche dovessero essere puniti perché una punizione differenziata e per la ragazza il quadruplo della pena? Ecco qui non c’è alcuna scusante. Anche se si immaginasse che, come si dice, la punizione sarebbe più grave per chi è entrato nei bagni dell’altro sesso, io dico che non ci siamo. Ed allora l’unica spiegazione non può che essere ricercata nel maschilismo del Preside: la donna è sempre più colpevole dell’uomo?
4. Ho nella mia libreria un prezioso manuale, stampato a Venezia nel 1782. Si intitola “Decisioni di casi di coscienza e di dottrina canonica fatte nella Diocesi di Bologna per ordine, e giusta la mente dell’Em. Card. Prospero Lambertini, arcivescovo di detta Città, e poscia Sommo Pontefice Benedetto XIV”. In sostanza il manuale in uso ai confessori dell’epoca per decidere i peccati e chi li commetteva. Vi riporto il primo dei casi citati che riguarda l’aborto. “Berta, fatta gravida da un Sacerdote, gli dice di voler prendere una medicina atta all’aborto, affinché il delitto non giunga a notizia de’ suoi Parenti. Il Sacerdote ciò udendo tace; ed intanto ella prende la medesima, e ne consegue l’aborto. Dimandasi se ambedue incorrano nel caso riservato; e se divenga irregolare il Sacerdote. Rispondo , che se il Sacerdote precisamente tace, cade certamente Berta nel caso riservato; non però il Sacerdote, il quale probabilmente, nemmeno diviene irregolare…….”
E’ solo la prima pagina del manuale. Seguiranno decine di casi nei quali solo la donna è sempre responsabile: quasi mai l’uomo e meno che meno il Sacerdote.
Sono passati 240 anni da allora e questo è il risultato culturale che ne è conseguito e che ancora oggi non sembra cambiato!
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