giovedì 14 agosto 2014
Le donne sono vittime consenzienti? Di Maria Barbarisi
Le donne sono vittime consenzienti? E' possibile parlare di una "propensione alla vittimizzazione" che alcune donne presenterebbero?. In passato si parlava di "vis grata puellis" in particolare riguardo la violenza sessuale, o di "destino anatomico" che impone l'umiliazione alla donna. Ma torniamo ai giorni nostri: dai dati dei centri antiviolenza italiani emergerebbe che le donne che si sono rivolte a queste strutture avevano subito violenze reiterate in media dai 6 anni e, inoltre, la ricerca Istat di vittimizzazione del 2006 ha acclarato che le donne non hanno denunciato la violenza da parte del partner nel 93% dei casi. A parte la paura delle ritorsioni e gli ovvi problemi pratici, quante donne se lasciassero il partner non saprebbero dove andare, ne' come mantenere i figli e se stesse? Se la socializzazione maschile e quella femminile sono diverse, non stupisce l'interiorizzazione delle differenze di genere anche per le donne, e questo potrebbe in parte spiegare il perche' le donne non si ribellino o addirittura talvolta colludono con gli oppressori. Attraverso un'educazione trasmessa magari proprio dalle madri, che crescono i figli maschi in modo che siano forti, coraggiosi, che non piangano, e figlie come sempre dolci, gentili, comprensive e disponibili verso i bisogni altrui: le donne cosi' si forgiano un " me stessa ideale" che impone loro la mansuetudine la rassegnazione e l'oblativita'. Non bisogna trascurare un'altro aspetto importante e che riguarda gli abusi subiti dalle donne da bambine o spettatrici di abusi da parte del padre verso la loro madre, che poi da adulte scelgono a loro volta partner violenti, proprio perche' quello e' il modello che hanno conosciuto. Non e' un cado che nelle donne vittime dei partner e' stata riscontrata la pregressa violenza fisica e sessuale ricevuta nelle famiglie di origine. Inoltre, la violenza subita incide negativamente sull'autostima, al punto da scegliere partner poco raccomandabili: per queste donne la violenza e' una fatalita', pensano che sia il loro destino e che non ci sia altra soluzione. Essendo state rifiutate o maltrattate nell'infanzia, pensano che potranno amare solo uomini difficili. Altre non avendo ricevuto alcuna sicurezza affettiva dai genitori, pensano di non essere degne d'amore e saranno pronte a qualunque rinuncia per aver diritto ad un pi' di felicita'. I fattori di rischio per l'aggressivita' maschile e quelli per la vittimizzazione femminile sono spesso speculari: cosi, se uomini che condividono la sottocultura della superiorita' maschile saranno piu' inclini a essere partner abusanti, donne che ritengono che il loro ruolo all'interno della coppia debba essere di subordinazione, saranno maggiormente portate a subirla. Tra le dinamiche individuate nella "passivita'" delle vittime di fronte ad aggressioni ripetute, e' anche da citate l'i ncapacita' appresa e cioe', le donne che sono ripetutamente esposte ad una punizione da cui non hanno via di fuga, sviluppano la tendenza a non assumere il controllo del proprio comportamento anche quando tale controllo sarebbe possibile. Infine, e non meno importante, fra i motivi per cui alcune donne non sanno sottrarsi alla violenza c'e' quello banalissimo, della mancanza di risorse e di alternative e gli abusanti lo sanno bene, al punto che l'isolamento e la violenza economica sono forme di abuso abitualmente praticate.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento