TERAMO - Niente incontro, almeno per oggi, nel carcere di Teramo tra Salvatore Parolisi - unico indagato per l'omicidio della moglie, Melania Rea - e la sua figlioletta di due anni. Dispute procedurali hanno indotto il Tribunale dei Minorenni dell'Aquila a rinviare a data da destinarsi l'abbraccio tra padre e figlia che non si vedono dal 20 luglio del 2011, quando lui fu arrestato perché accusato di avere ucciso il 18 aprile, con 35 coltellate, Melania, il cui corpo fu trovato due giorni dopo nel boschetto di Ripe di Civitella del Tronto (Teramo). Il Tribunale ha accolto l'istanza dei legali della famiglia Rea - Mauro Gionni e Marco Capone - per i quali non vi erano le condizioni per evitare un trauma alla bimba.
L'incontro era stato fissato senza alcun preparativo psicologico né della piccola (l'ultima volta che vide il padre aveva poco più di 16 mesi) né della nonna materna, autorizzata solo stamane a partecipare all'incontro che, in un primo momento, si sarebbe dovuto svolgere solo alla presenza di una psicologa del posto. Di fatto, la bimba avrebbe incontrato uno sconosciuto, accompagnata da una sconosciuta.
"Troppo grave - commenta Gionni -. Abbiamo chiesto almeno la partecipazione della nonna - che, tra l'altro, si sarebbe trovata di fronte il presunto assassino della figlia - e di un nostro psicologo". Mentre il direttore del carcere, Stefano Liberatore, aveva riservato una sala appartata per evitare ulteriori traumi alla piccola, quest'ultima, i nonni materni Gennaro e Vittoria - partiti di buon'ora da Somma Vesuviana (Napoli) - e i legali erano riuniti assieme a una sociologa e a un'assistente sociale in una stanza dell'istituto tecnico "Comi" per verificare se vi fossero i presupposti. Dopo due ore di consulto con il Tribunale è arrivato il responso: visita annullata. Si deciderà in seguito quando e dove farla.
"Avevo sempre detto che occorreva seguire un percorso preparatorio - commenta soddisfatto Gennaro Rea -. Con quale spirito, altrimenti, mia moglie e mia nipote avrebbero potuto incontrare Parolisi? Speriamo che in futuro ci sia buon senso da parte di tutti". Alla figlia di Parolisi i nonni avevano annunciato che sarebbero andati a fare una gita, senza accennarle alla possibilità di incontrare il padre. Un viaggio lungo e faticoso (750 chilometri tra andata e ritorno), come racconta la nonna: "La pupa si è svegliata alle 7, l'abbiamo preparata e poi siamo partiti, abbiamo anche trovato la neve. A lei avevamo detto che saremmo usciti per fare una gita, ed era contenta".
Signora, le ha chiesto il cronista, a lei è stato dato il permesso di partecipare, come avrebbe reagito trovandosi di fronte Salvatore? Trattiene un attimo il fiato e poi risponde paziente: "Per il bene della bimba avrei fatto anche questo". La prossima volta la famiglia spera che tutto si svolga in condizioni migliori: "Sarebbe auspicabile la presenza degli psicologi che seguono ogni giorno la piccola e che tutto avvenga vicino casa - avverte Gionni -. D'altronde Parolisi, neppure lui adeguatamente preparato per oggi, è già andato in Campania per l'udienza presso il tribunale dei minorenni che affidò la figlia ai nonni materni". Quindi dovrebbe muoversi il padre che stamattina ha solo avuto un colloquio di oltre due ore con uno dei suoi legali. Sul forfait, bocche cucite, si pensa a venerdì prossimo, 13 gennaio, data di chiusura delle indagini.
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