sabato 29 ottobre 2011

14 Novembre ore 9.00 sit-in per Emiliano Femiano. Tribunale di LATINA UNITI PER LA CERTEZZA DELLA PENA

A casa dopo la condanna, ci riprova
e uccide la ex scampata la prima volta
La ragazza era stata ferita con 10 coltellate un anno prima. Si salvò grazie all'intervento di un passante. L'ex fidanzato, condannato a 8 anni, era già stato scarcerato. Domenica la tragedia: la giovane, per motivi ancora da accertare,  si trova nella casa di lui a Terracina che stavolta la uccide
di IRENE DE ARCANGELIS



UN LEGAME che la violenza non aveva spezzato definitivamente. O forse un tranello. E non si esclude uno scherzo delle amiche, sarebbero state loro a portarla verso la fine. Emiliana è stata sul punto di morire, meno di un anno fa. Il ragazzo che aveva lasciato dopo una tormentata storia d'amore l'aveva aspettata sotto casa, l'aveva aggredita e colpita dieci volte, con un coltellino-portachiavi. A pochi centimetri dall'aorta e in faccia, vicino alla carotide e alle mani. Ma un passante era comparso dal nulla, come un angelo: l'aveva salvata e lei aveva ricominciato a vivere. Undici mesi dopo, domenica sera, alla fine di una lunga catena di eventi e appuntamenti giudiziari, Emiliana si è ritrovata di fronte al giovane. E la scena si è ripetuta, come in un incubo è arrivata la pioggia di fendenti. Proprio come undici mesi prima. Ma stavolta non c'era il passante a salvarla.

La giovane, 25 anni, stavolta è morta. Una passione malata all'origine di tutto? Ipotesi troppo facile. Si delinea una vicenda diversa, una storia di malagiustizia. Perché l'assassino di Emiliana, condannato a otto anni di reclusione per il primo tentato omicidio, era agli arresti domiciliari. Solo in casa, domenica sera, dove ha incontrato e ucciso la ragazza. 20 dicembre 2009, via Cosenz, quartiere Vicaria. Luigi Faccetti, 24 anni, sta aspettando la sua ex sotto casa. Emiliana Femiano l'ha lasciato. Una storia turbolenta durata un anno e mezzo, la rottura, poi di nuovo pace. Liti e tregue via sms o su Internet. E ancora l'addio. Emiliana arriva sotto casa, è sera. Aggredita da Luigi: almeno dieci coltellate. La giovane si salva grazie all'intervento di un passante mentre Luigi fugge.

LA RAGAZZA è viva per miracolo, agli investigatori fa il nome di Luigi. Che tre giorni dopo si costituisce e confessa. Cala il silenzio. Il caso è chiuso. Invece no. Qualche mese dopo, marzo 2010. Emiliana per fortuna si è ripresa. È tornata a casa e, apparentemente, ha superato il trauma. Si è anche costituita parte civile nel processo contro Luigi. Quest'ultimo si è visto negare dal tribunale del Riesame gli arresti domiciliari. Scrivono i giudici: "Si tratta di una personalità particolarmente violenta e trasgressiva, senza nessuna capacità di autocontrollo. Esiste un concreto pericolo di condotta recidivante". A marzo però il suo legale, Rosario Marino, ci riprova. Il gip, come aveva fatto il Riesame, rigetta la richiesta. Nel frattempo la famiglia di Luigi si trasferisce a Terracina. Agosto, terzo tentativo. Seconda istanza al gip, la difesa sostiene che quel coltellino-portachiavi usato per ferire Emiliana era un'arma occasionale. E poi si tratta di andare ai domiciliari a Terracina, lontano da Napoli. E Luigi si era costituito, all'epoca dell'aggressione. Ed è incensurato. Stavolta Luigi ottiene gli arresti a casa, a Terracina, dai suoi, lontano da Emiliana. Intanto il processo con rito abbreviato si chiude lo scorso 21 ottobre, il gip Nicola Miraglia del Giudice condanna Luigi a otto anni di reclusione per il tentato omicidio di Emiliana.

Un mese dopo, domenica sera. I genitori di Luigi sono a Napoli, lui resta solo nella casa di Terracina. Emiliana, spiega la madre, Luisa Falanga, "era andata in discoteca con le amiche ma alle quattro del mattino non era ancora tornata". Ma Emiliana si ritrova a Terracina, nell'appartamento di via Capirchio. Come? Lo vuole lei? Oppure qualcuno, per farle uno scherzo, ce la porta senza che lei abbia modo di evitarlo? Non guida, Emiliana. Ci va in auto, probabilmente. C'è un testimone? Domande ancora senza risposta. Ieri mattina, però Luigi compare al pronto soccorso di Villaricca. Ha una ferita da coltello a una mano. "Hanno cercato di rapinarmi", spiega ai medici. Che subito avvertono i carabinieri di Giugliano. Notizia che rimbalza a Terracina, dove i militari sfondano la porta dell'appartamento e trovano Emiliana in un lago di sangue, il corpo pieno di pugnalate. Senza vita.

È caccia a Luigi, che viene rintracciato nel centro storico di Giugliano e arrestato. Si chiude nel silenzio, i fatti parlano per lui. "Emiliana era terrorizzata da quell'uomo - insiste la madre della ragazza -. Fuggiva da lui, le devono aver teso una trappola". Intanto però si delinea il corto circuito giudiziario. "Non chiediamo vendetta - dice lo zio di Emiliana, Antonio Marauccio - ma denunciamo l'incoscienza dei giudici che dopo appena cinque mesi hanno rimandato a casa una persona così pericolosa". "Forse data la gravità del primo episodio - commenta il legale della famiglia di Emiliana, Elio Palombi - il giudice avrebbe dovuto accertare bene i presupposti per la concessione dei domiciliari". In serata il pool del procuratore aggiunto Giovanni Melillo dispone il fermo di due lontani parenti di Luigi per favoreggiamento: l'avrebbero aiutato nella fuga

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