venerdì 30 novembre 2012

0,31 Centesimi di pensione al mese

A Torpè, in provincia di Nuoro, vive una signora che ha ben 12 figli. Maria Carroni ha 65 anni e ha dedicato alla famiglia e ai figli, di cui uno disabile. La signora dopo una vita di sacrifici ha deciso di chiedere la pensione sociale all’Inps. Che le ha prontamente risposto.
L’istituto di previdenza sociale le ha inviato a casa un assegno calcolato su misura per il suo caso. La cifra che le spetta? Ben: 31 centesimi di euro al mese.
L’incredibile storia non finisce qui. La donna si è vista recapitare dall’Istituto di previdenza 1,05 euro, perché risulta che alla donna spettino i mesi arretrati da luglio a settembre, oltre alla rata di ottobre e alla tredicesima.
"Hanno speso più di carta e francobollo. Sarebbe stato meglio se me l'avessero negata", ha commentato sconsolata la nuova pensionata sociale che, con la sua pensione non potrà nemmeno bersi un cappuccino al bar.
Forse, a condizionare i calcoli dell’Istituto Previdenziale, sono stati i redditi del marito, di 79 anni, operaio in pensione. Lui da solo riceve 1.400 euro: 700 per la pensione di vecchiaia, due assegni familiari e l’indennità di accompagnamento per un figlio disabile.
”Dopo una vita dedicata alla famiglia, questo è quello che lo Stato mi ha riconosciuto – ha aggiunto Maria Carroni – provo solo tanta rabbia e incredulità

Intervento a pomeriggio5 dell'avvocato Domenico Musicco sul caso di Lucia Varriale



Investì e uccise la 18enne Lucia Varriale sulle strisce pedonali, mentre era alla guida sotto effetto di cocaina. Christian Alessandrini pagherà per quella giovane vita spezzata con 7 anni di reclusione. Così ha deciso il giudice in rito abbreviato.
DELUSIONE FAMILIARI. Grande delusione della madre e della sorella all'uscita del tribunale: "Ditelo - hanno urlato - che in Italia si può drogarsi, mettersi al volante e uccidere una persona, e che la pena è solo sette anni". "Poteva essere l'occasione per il riconoscimento di un reato, quello di omicidio stradale, che anche la gente chiede". Così l'avvocato Flavio Pirovano, che tutela i genitori e la sorella di Lucia Varriale. La famiglia e il legale avevano sperato in una pena maggiore: "Presenteremo istanza alla procura generale per sollecitare l'impugnazione per la parte che ci interessa, il riconoscimento dell'omicidio volontario, che ci era parso molto evidente nel caso di una persona che investe a 100 all'ora due ragazze (una riportò delle lesioni, ndr) sulle strisce pedonali e ammette anche di aver consumato cocaina la mattina precedente". "Certo, rispetto alle pene di 1-2 anni per omicidio colposo cui di solito siamo abituati per casi simili, 7 anni è una pena appagante. Il tribunale di Bologna ha avuto più coraggio di altri. Ora serve un passo ulteriore dalla politica".
SCONTO DI PENA. Il pm titolare dell'inchiesta, Antonello Gustapane, al processo aveva chiesto una condanna a 15 anni per omicidio volontario nell'ipotesi del dolo eventuale (nel senso che chi si mette alla guida ubriaco o drogato accetta di fatto il rischio di uccidere qualcuno) e in subordine otto anni per omicidio colposo con colpa cosciente. Il giudice ha optato per la seconda ipotesi di reato abbassando la pena a sette anni. Essendo stato Alessandrini giudicato con rito abbreviato ha beneficiato di uno sconto di un terzo di pena. Stabilita anche una provvisionale di 280.000 euro per ciascun genitore, di 80.000 euro per la sorella.
TRAGEDIA IN UN SABATO SERA. L'incidente avvenne intorno alle 20.15 del 5 marzo 2011 in via Stalingrado: era un sabato sera e Lucia insieme ad un'amica stava andando a piedi alla discoteca Estragon. Il pirata della strada, viaggiava a velocità sostenuta. Due auto prima di lui si fermarono per far attraversare le ragazze; lui arrivo' velocissimo e le supero' sulla corsia di sorpasso, centrando in pieno Lucia. Fu poi sottoposto a test tossicologici e trovato sotto effetto di droga. Alessandrini venne arrestato quella sera stessa.


http://www.video.mediaset.it/video/pomeriggio_5/full/360814/giovedi-29-novembre.html

lunedì 26 novembre 2012

Arrestato il marito di Mariella Cimo'

E' a una svolta l'indagine sulla morte di Maria Francesca Cimò, per gli amici Mariella, la donna di 72 anni scomparsa il 25 Agosto 2011 da San Gregorio, in provincia di Catania. Ad ucciderla sarebbe stato il marito, Salvatore Di Grazia, che questa mattina è stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di Gravina. Una furibonda lite sarebbe stata alla base del folle gesto, dopo 43 anni di matrimonio. La signora Cimò aveva deciso di vendere un autolavaggio self service, di sua proprietà, ad Aci Sant'Antonio, dopo aver scoperto che il marito utilizzava lo sgabuzzino della struttura come dependance per intrattenersi con altre donne e consumare rapporti sessuali.

Con la donna era scomparsa una grossa somma di denaro. Non si trovavano più anche alcuni documenti. I carabinieri e i magistrati hanno ascoltato a lungo il marito di Maria Francesca Cimò, 76 anni, informatore scientifico in pensione, ma le sue dichiarazioni sono state ritenute sempre molto lacunose: passarono undici giorni prima che l'uomo denunciasse la scomparsa della moglie. E quel giorno, Salvatore Di Grazia era insolitamente sereno.

Nei giorni precedenti, invece, aveva accampato tantissime scuse a chi cercava la moglie. Ai nipoti aveva addirittura detto: "La zia è uscita", o anche "Mariella è andata a fare la spesa". 

Quegli 11 giorni sarebbero stati fondamentali per le indagini, soprattutto per scoprire dov'è finito il cadavere della donna, di cui non si ha ancora traccia, nonostante un accurato
sopralluogo dei carabinieri del Ris.

Nessuno, fra amici e parenti, ha mai creduto alla scomparsa di Mariella Cimò, anche perché la donna provava un amore viscerale per i suoi 19 cani, che non avrebbe mai lasciato. Strano, dunque, che il marito avesse iniziato a distruggere molte cucce, dopo la scomparsa della donna, e fosse arrivato adddirittura ad abbattere alcuni animali. Per gli inquirenti questi e altri elementi indiziali si incastrano perfettamente nel mosaico dell'accusa. L'uomo è adesso accusato di omicidio volontario e occultamento di cadavere.

domenica 25 novembre 2012

Femminicidio. Storie Vere 23 Novembre.

Rita Maccarelli Manuela Ciadini nonna e zia del piccolo Claudio, la zia di Melania Rea e Rosamaria Scorese sorella di Santa il 23 Novembre a storie vere assieme all'associazione Valore Donna per parlare di violenza sulle donne.

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-d7bf2540-eca9-4a31-b5cf-bde33ed61553.html

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-b6608127-59eb-4bab-961e-cdd3b6794597.html

mercoledì 21 novembre 2012

Venerdi 23 Novembre presentazione del libro "Non lo faccio piu'"





L'associazione Valore Donna federata al movimento l'Italia Vera in collaborazione con l'Aiga, associazione italiana giovani avvocati, ha organizzato un'iniziativa dal titolo "L'avvocato e il reato di violenza sessuale". L'evento e' accreditato all'ordine degli avvocati ed e' completamente gratuito. Nel corso dell'appuntamento presso il Circolo cittadino di Latina, alle ore 14.20 verra' presentato il libro di Cristina Obber dal titolo "Non lo faccio piu'"con il quale la scrittrice prova a dare voce a chi dal carcere racconta la sua storia come autore di questo atroce reato e chi fuori ancora cerca di “ricostruirsi”. Il libro rappresenta un'occasione importante per entrare nelle scuole italiane a parlare, ma soprattutto far parlare, di violenza, sessualità e lacerazione. Un tema delicato quanto fondamentale, specialmente nella fascia d’età tra i 13 e i 25 anni. Nel testo si ascoltano le storie delle vittime, oltre ai racconti dei giovani stupratori. In molte vicende si mette in evidenza in particolare la mancata consapevolezza della fisicità di quel gesto. Il libro in pratica è anche un progetto: fare formazione negli istituti superiori e fornire supporto ai giovanissimi costituisce il vero obiettivo di fondo dell'iniziativa. "Riteniamo necessario creare una cultura volta a sensibilizzare le coscienze da un lato -ha affermato Valentina Pappacena, presidente dell'associazione Valore Donna- e che punti alla prevenzione dei reati in materia sessuale. Le scuole sono l'ambiente più importante. E lì che occorre diffondere la cultura della non-violenza e concentrare le iniziative volte alla prevenzione. Educare quindi in primo luogo, senza dimenticare la repressione. Sia ben chiaro che siamo per la certezza della pena, principio basilare in uno stato di diritto. Sostengo con convinzione la proposta di legge che punta ad introdurre il reato di femminicidio, da punire con l'ergastolo". Parteciperà all'evento Stefano Ciccone, dell'Associazione Maschile Plurale, che nella sua lunga attività si è interessato spesso di questi temi, rivolgendosi alla formazione degli educatori, dei professionisti e degli insegnanti. Interverrà la dottoressa Daria Monsurrò del pool antiviolenza della procura di Latina. Modera l'incontro l'avvocato Stefano Ciapanna.

martedì 20 novembre 2012

Un dono ad Anna per Natale.






Per Natale accompagna i tuoi regali con  un piccolo biglietto d'auguri promosso Dall'Italia Vera in collaborazione con l'associazione Valore Donna tutto il ricavato andra' devoluto alla famiglia di Anna alla mamma Angela Ambrosio. Il biglietto e' realizzato a mano con feltro e stoffe americane. Per info e ordini inviare mail a valentina.valoredonna@virgilio.it

La storia di Anna
NAPOLI — «Aiutatemi a prendermi cura della mia Anna». L’appello disperato è quello di una mamma di San Gennaro Vesuviano, che da anni lotta per assistere degnamente una figlia colpita da una sindrome estremamente rara e conosciuta come Klippel Trenaunay Weber (meno di dieci i casi in tutto il mondo). Sia chiaro, Angela Ambrosio (questo il nome della madre disperata) non chiede elemosine, ma solo ciò che in un paese civile le spetterebbe di diritto. Un sostegno per alleviare il dolore della sua ragazza e per rendere dignitosi gli anni che le restano da vivere.

ANNA, DICIOTTO ANNI - La Klippel Trenaunay Weber è infatti una malattia che non lascia scampo, per la quale non ci sono ancora cure. In questo momento Anna, che il 29 agosto ha compiuto 18 anni, vive in una condizione paragonabile a quella di un malato terminale di cancro. La malattia le causa infatti dolori atroci, sanguinamenti, necrosi, infezioni e metastasi in tutto il corpo. E anche se l’afasia che la colpisce non le consente di esprimersi come chiunque altro, «è perfettamente consapevole di cosa le accade - spiega la madre -. Riesce a farsi capire con parole semplici, anche solo con uno sguardo. Ma io non posso fare nulla se non abbracciarla e trasmetterle il mio amore». Impossibile per mamma Angela anche solo pensare di regalarle una cena fuori per il suo diciottesimo compleanno, visto che la famiglia vive in una condizione di assoluta indigenza. Dovendo badare 24 ore su 24 ad Anna, infatti, la Ambrosio non ha mai potuto trovare un lavoro degno di questo nome. Ad aiutarla solo l’altra figlia: Pina, che a 22 anni si dedica con amore alla sorella più piccola. Dimostrando un coraggio e una maturità non comuni.

DUE DONNE SOLE - Due donne sole, abbandonate dal resto della famiglia che non ha mai accettato un fardello tanto pesante, e dalle istituzioni che solo dopo innumerevoli visite hanno riconosciuto alla giovane un accompagnamento di 490 euro al mese. «Circa 360 euro li spendo per il fitto di casa più spese - spiega la Ambrosio -, con le medicine va via anche quel poco che riesco a guadagnare con lavori saltuari». Un dramma nel dramma se si considera che strutture pubbliche capaci di assistere Anna in Campania praticamente non esistono. «Nei suoi primi anni di vita - aggiunge Angela - non sono mancati i ricoveri, poi però solo il suggerimento di ricorrere alla terapia del dolore. Ricordo che andai e i medici consigliarono di provare con gli oppiacei. Nel giro di 24 ore mia figlia ebbe un blocco renale e sfiorò la morte. I medici mi dissero che non potevano fare nulla per mia figlia e che se si fosse aperta qualche nuova prospettiva mi avrebbero chiamata». Da allora, però il telefono non ha mai squillato.
CHE GLI ENTI RACCOLGANO L'APPELLO - Inutili anche gli appelli alla politica, le mille e-mail e lettere mandate da Angela al Comune e alla Regione per chiedere aiuto. Nessuna risposta, o al massimo qualche promessa. Ora, avendo "festeggiato" il suo diciottesimo compleanno, Anna ha acquisito il diritto alla pensione di invalidità. Ma anche per questo sono state richieste visite con tempi d’attesa lunghi. «A settembre - conclude Angela - ho inoltrato la documentazione necessaria. La visita mi è stata fissata per il 15 novembre. Mi rendo conto che esiste una burocrazia, ma tre mesi per noi sono stati veramente tanti. Speriamo che non si arrivi al nuovo anno. La pensione di invalidità non risolverebbe la situazione ma almeno ci darebbe una boccata d’aria». Resta comunque il problema dell’assistenza, che non c’è, per una giovane donna alla quale viene negato il diritto di poter vivere e morire in un modo dignitoso.




Mattino5. Giuseppina&Le sue figlie

Martedi 20 Novembre a mattino5 Intervento della Signora Giuseppina Di Principe dell'avvocato Stefano Ciapanna legale dell'associazione Valore Donna e legale della famiglia e del senatore Stefano Pedica IDV

http://www.video.mediaset.it/video/mattino_5/full/359158/martedi-20-novembre.html

Mattino5. Serata promossa dall'Italia Vera "La vita e' bella non buttarla via"

Lunedi 19 Novembre, puntata dedicata alle vittime della strada in occasione della giornata mondiale indetta dall'Onu. Presenti in studio Walter Zara papa' di Antonello Zara, Fabio Salvatore e Domenico Musicco presidente dell'associazine AVISL. Nel corso della puntata sono state trasmesse le immagini della serata che si e' svolta il 15 Novembre al Jet-set di Roma dal titolo La vita e' bella non buttarla via





http://www.video.mediaset.it/video/mattino_5/full/358994/lunedi-19-novembre.html

lunedì 19 novembre 2012

Fa credere al figlio di avere un tumore. Arrestata madre per truffa

Voleva guadagnare 100mila euro e per farlo era disposta a tutto. Anche a rovinare la vita al figlio di dieci anni, facendogli credere di essere malato di cancro. Per rendere più efficace la sua bugia gli ha persino rasato capelli e sopracciglia e lo ha costretto a stare su una sedia a rotelle. Anche il marito ha creduto alla malattia.
Ma Emma La Garde, inglese di 37 anni, è stata scoperta e condannata a tre anni di galera per truffa e abusi sul proprio figlio. La famiglia, middle class del Gloucestershire, tre figli, di recente aveva avuto difficoltà economiche perché il padre era rimasto senza lavoro. Poi la notizia del dramma: il figlio di dieci anni, il primogenito, ha un male incurabile. La donna lo ha raccontato ai vicini, che subito si sono prodigati in solidarietà e assegni. Il bimbo ha smesso di giocare con gli amici, a scuola e nel tempo libero, per le sue condizioni.
La storia è andata avanti per ben due anni, come racconta la stampa inglese, finché il padre non si è accorto di tutta la farsa. Quando ha scoperto la verità, ha deciso di denunciare la donna nel 2010, con il successivo arresto e la condanna in tribunale. Con i soldi raccolti la famiglia era anche stata in vacanza al Disney World in Florida, portandosi sempre dietro il bambino in sedia a rotelle.

"Lei è il diavolo. Non credo che abbia un cervello normale. Non riesco a capire che cosa è accaduto. Non mi manca. E' stato orribile che la mia mamma mi abbia fatto credere che avevo il cancro".

sabato 17 novembre 2012

Protesta dei Fiori Rossi. Latina 18 Novembre 2012





Si svolgerà domenica 18 novembre alle ore 10 davanti al Tribunale di Latina la protesta dei fiori rossi. Ogni anno in Italia sono 4mila le vittime della strada, e molte di più le persone che rimangono ferite anche gravemente. Come è noto, l'iniziativa consiste nel depositare un fiore rosso quale simbolo di una vita spezzata dalla stragi delle nostre strade. L'evento si celebra nella giornata Onu dedicata alle vittime della strada. E' nata nel 2011 da un'idea di Elisabetta Cipollone, mamma di Andrea De Nando, ucciso mentre attraversava sulle strisce pedonali a soli 15 anni, insieme a Valentina Pappacena, presidente dell'associazione "Valore Donna" e Barbara Benedettelli. Valore Donna organizza la celebrazione a Latina. "Ora basta morti in strada -ha affermato il presidente Valentina Pappacena- le politiche per la prevenzione siano attuate oggi e non attraverso roboanti proclami vuoti di significato. Chiediamo sul piano legislativo l'introduzione del reato di omicidio stradale ed ovviamente certezza della pena. Occorre portare problematiche così attuali all’attenzione dei giovani, ma soprattutto di ragazzi tra i 3 e i 13 anni, età in cui si strutturano le loro conoscenze, conservando ricordi indelebili nel tempo ed educare e formare giovani civili e rispettosi prima verso se stessi e poi verso gli altri, per una nuova cultura della sicurezza stradale con l’obiettivo di ridurre il numero degli incidenti". Hanno aderito all'iniziativa anche Giovanni delle Cave vice-presidente nazionele dell'associazione europea delle vittime della strada, l'associazione Carapen By Lello di Terracina,  un gruppo di madri di Scauri con l'associazione Mamme degli Angeli, Cristian Mitrano con l'associazione Strade Sicure e L'avvocato Domenico Musicco dell'associazione Avisl

venerdì 16 novembre 2012

Investito muore bambino di 5. Mamma perde il figlio che stava aspettando

Carrara (MS) - La famiglia dovrà affrontare un altro grande dolore, la perdita di un bambino. La mamma del bimbo di 5 anni investito ieri pomeriggio ora è ricoverata in stato di choc all'ospedale pediatrico di Massa. La donna è al quarto mese di gravidanza, una tragedia troppo difficile da mandare giù, anche perché già una volta aveva perso un figlio, appena nato. In condizioni di choc anche i nonni del bambino: il nonno lo ha visto morire, anche lui investito dall'auto e ricoverato per alcuni traumi subiti; la nonna è svenuta appena appresa la notizia. Mattia non ce l'ha fatta, durante la corsa in ospedale è andato in arresto cardiaco ed è morto. Il padre, finanziere, ora è tenuto d'occhio dai colleghi. Giunto sul luogo dell'incidente ha aggredito e mandato in ospedale il ragazzo responsabile della morte del figlio, neo-18enne ancora con il foglio rosa. Stava facendo pratica insieme al suo genitore quando non si è fermato alle strisce pedonali investendo nonno e nipote davanti agli occhi del cuginetto che stava appena uscendo dalla scuola materna.

venerdì 9 novembre 2012

Investita una coppia a Roma. Ucciso lui lei incinta in gravi condizioni

Roma - Non rischia la vita ma è in gravi condizioni la donna di 33 anni rimasta coinvolta nel drammatico incidete avvenuto la scorsa notte nel quartiere San Basilio a Roma, in cui è morto il compagno, un ragazzo di 27 anni. E' sopravvissuta al violentissimo impatto con quel furgone, guidato da un uomo ubriaco che poi è fuggito via, e porta in grembo un figlio che non conoscerà mai il padre. I due erano in auto nei pressi di via Corinaldo quando un furgone gli è piombato addosso colpendo frontalmente la loro vettura. Gravissime le ferite riportate dal conducente dell'auto che è morto poco dopo essere stato trasportato all'Ospedale Pertini di Roma, mentre la donna, in stato interessato, non sarebbe in pericolo di vita. Il conducente del furgone, invece, si dava alla fuga. E' durata poco la latitanza del pirata della strada, rintracciato ed arrestato a stretto giro. Si tratta di un 29enne di Roma, risultato essere ubriaco e drogato nel momento dell'incidente. Il pirata era fuggito da un bar a bordo di un furgone e prima del frontale con l'auto della coppia aveva causato un altro lieve incidente

martedì 6 novembre 2012

Interrogazione del senatore Pedica per Anna

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
PEDICA. – Al Ministro della salute. – Premesso che:
la sindrome di Klippel Trenaunay Weber è una rara malattia che colpisce generalmente un solo arto, caratterizzata da ipertrofia dell'osso e dei relativi tessuti molli, emangioma cutaneo esteso, nevo flammeo persistente e varici cutanee;
la triade dei difetti in questa malattia è costituita da una malformazione cutanea vascolare in associazione con ipertrofia dell'osso e dei tessuti molli e vene varicose. Le alterazioni sono presenti alla nascita e di solito interessano un arto inferiore, ma possono coinvolgere più di una porzione del tronco o del volto. L'aumento dei tessuti molli può essere graduale e interessare l'intera estremità, o una parte di essa, o singole dita. La lesione vascolare più frequente e rappresentata dal nevo flammeo, generalmente localizzato nell'area ipertrofica. Sulla sua superficie possono essere presenti vescicole venose e/o lesioni vescicolari linfatiche. Varici venose a parete spessa tipicamente possono apparire nello stesso lato della malformazione vascolare quando il bambino comincia a camminare. Il sistema venoso profondo può essere assente, ipoplastico o ostruito, causando linfedema. Possono svilupparsi fistole arterovenose, e nella zona affetta può essere udibile un soffio vascolare. Possono essere presenti dolore, rigonfiamento dell'arto e infiammazione cellulare;
l’interrogante è venuto a conoscenza della drammatica storia della Sig. Anna Bifulco e della madre, Sig.
Angela Ambrosio, nata a San Giuseppe Vesuviano (NA) il 01/01/1966 e residente in San Gennaro Vesuviano via Malacarne n°2;
la piccola Anna al momento della nascita presentava un peso di Kg. 4,220, una lunghezza di cm. 52,5 ed una circonferenza cranica di cm. 39. Immediatamente dopo la nascita le condizioni cliniche generali della piccola Anna venivano definite "discrete", ma, ciononostante, ella veniva trasferita presso il reparto di Patologia neonatale per la presenza di "Angiomi diffusi sui 2/3 della superficie corporea; emilato sinistro di dimensioni maggiori rispetto al destro; sindattilia tra il II° e III° dito del piede bilateralmente" e qui veniva sottoposta ad una serie innumerevole di esami clinici e di visite specialistiche al termine delle quali veniva emessa una diagnosi di "sospetta" Sindrome di Klippel Trenaunay Weber ;
a causa del sempre lento e parziale peggioramento delle condizioni cliniche generali derivante dalla particolare patologia, la piccola Anna durante il corso di questi anni veniva sottoposta a frequenti ricoveri presso il dipartimento assistenziale di Pediatria dell’ Università di Napoli "Federico II";
soltanto negli anni 2003/2007, nel corso dei quali si sono susseguiti ulteriori e più frequenti ricoveri, gli specialisti che avevano in cura Anna, emettevano una diagnosi definitiva di Sindrome di Klippel Trenaunay Weber;
infine, in questi ultimi anni i predetti medici specialisti dell’Università di Napoli "Federico II" II Facoltà di Medicina e Chirurgia hanno ritenuto superfluo attuare qualsiasi altro trattamento terapeutico sulla giovane Anna, abbandonando così il caso, consigliandole la terapia del dolore;
soltanto in questi ultimi tre anni, inoltre, sia attraverso studi personali effettuati su internet, che attraverso consultazioni mediche più approfondite, la Sig.ra Ambrosio ha maturato la consapevolezza che all’epoca della sua ultima gravidanza, dalla quale è nata la piccola Anna affetta da Sindrome di Klippel Trenaunay Weber, fosse possibile diagnosticare quest’ultima già durante la gestazione;
pertanto, attualmente la Sig.ra Ambrosio si trova in una condizione di abbandono sia economico che psicologico, dovendo affrontare personalmente con propri mezzi di sostentamento e con l’aiuto dell’altra figlia, la situazione patologica di Anna. Tra l’altro non tutti i farmaci somministrati alla piccola Anna sono esenti da ticket, e la situazione, anche economicamente, a causa dell’assenza del supporto della predetta Azienda Universitaria, è diventata insostenibile;
 
Inizio modulo
della vicenda si sono occupate numerose testate giornalistiche. In particolare in data 30 ottobre 2012 il quotidiano Il Corriere della sera, anche sul proprio sito internet, pubblicava un articolo intitolato "Storia di Anna, 18 anni e una malattia rara La madre: aiutatemi a darle dignità. Non ci sono cure per la Klippel Trenaunay Weber, male per il quale non è stata trovata ancora una terapia" relativo alla triste storia di Anna e all’appello disperato della madre che, da anni, lotta per assistere degnamente una figlia colpita da una sindrome così rara;
nell’articolo si specifica come la Sig. Ambrosio non chieda "elemosine, ma solo ciò che in un paese civile le spetterebbe di diritto. Un sostegno per alleviare il dolore della sua ragazza e per rendere dignitosi gli anni che le restano da vivere";
in questo momento Anna, che il 29 agosto ha compiuto 18 anni, vive in una condizione paragonabile a quella di un malato terminale di cancro: la malattia le causa infatti dolori atroci, sanguinamenti, necrosi, infezioni e metastasi in tutto il corpo. E anche se l’afasia che la colpisce non le consente di esprimersi come chiunque altro, la madre ha spiegato come sia "perfettamente consapevole di cosa le accade", nonché capace di farsi capire con parole semplici e anche solo con uno sguardo;
emerge con immediatezza la disperazione di una madre che non può fare nulla se non abbracciare la figli cercando di trasmetterle il mio amore;
la famiglia, tra l’altro, vive in una condizione di assoluta indigenza. Dovendo badare 24 ore su 24 ad Anna, infatti, la Sig. Ambrosio non ha mai potuto trovare un lavoro degno di questo nome. Ad aiutarla solo l’altra figlia: Pina, che a 22 anni si dedica con amore alla sorella più piccola, dimostrando coraggio, maturità e amore per la famiglia;
si tratta di due donne sole, abbandonate dal resto della famiglia che non ha mai accettato un fardello tanto pesante, che lamentano altresì l’assenza delle istituzioni che, secondo quanto riferito all’interrogante, solo dopo innumerevoli visite hanno riconosciuto alla giovane un accompagnamento di 490 euro al mese, una somma irrisoria rispetto alle spese invece sopportate dalla famiglia;
la situazione è poi aggravata dalla presenza di barriere architettoniche, che la Sig. non può rimuovere sia per problemi economici, sia perché l’abitazione non è di sua proprietà, che rendono la vita di questa famiglia ancora più pesante e faticosa;
nell’articolo sopraddetto si parla di "Un dramma nel dramma se si considera che strutture pubbliche capaci di assistere Anna in Campania praticamente non esistono. (…) Inutili anche gli appelli alla politica, le mille e-mail e lettere mandate da Angela al Comune e alla Regione per chiedere aiuto. Nessuna risposta, o al massimo qualche promessa";
ora, avendo compiuto diciotto anni, Anna ha acquisito il diritto alla pensione di invalidità. Ma anche per questo, lamenta la Signora, sono state richieste visite con tempi d’attesa lunghi e dopo l’inoltro della documentazione necessaria, la visita è stata fissata per il 15 novembre;
se la pensione di invalidità potrà supportare un po’ di più la famiglia, resta comunque il problema dell’assistenza, che non c’è, per una giovane donna alla quale viene negato il diritto di poter vivere e morire in un modo dignitoso;
ad avviso dell’interrogante è importante che uno Stato democratico, basato sulla tutela dei diritti fondamentali dell’uomo, consacrati anche dalla Carta Costituzionale, intervenga a sostegno delle persone malate e bisogne, assicurando alle stesse e alle rispettive famiglie, cure idonee e una vita dignitosa;
 
in un mondo improntato quasi esclusivamente al business, dove le case farmaceutiche trascurano lo studio, lo sviluppo e la commercializzazione dei prodotti destinati al trattamento delle cosiddette malattie rare, è necessario che almeno lo Stato cerchi di tutelare al meglio coloro che sono affetti da tali patologie. In particolare secondo una stima di Orphanet-Italia nel 2004 il numero degli italiani affetti da malattie rare era pari a 1.500.000;
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa;
se e quali provvedimenti urgenti il Ministro in indirizzo nell’ambito delle proprie competenze intenda adottare a tutela della giovane Anna e della sua famiglia.

domenica 4 novembre 2012

Udienza per i cugini Prisco complici dell'omicidio di Emiliana Femiano

E' prevista per domani la ripresa del processo ai cugini Prisco, presunti complici dell'omicidio di Emiliana Femiano, la ragazza uccisa dall’ex fidanzato a Terracina.  L’associazione Valore Donna, attraverso il presidente Valentina Pappacena,  auspica 'una sentenza esemplare ed una punizione durissima nei confronti  di chi è stato complice macchiandosi moralmente del delitto'.  Come è noto il processo ha avuto inizio la scorsa estate  contro i cugini Prisco, accusati di essere complici di Luigi Faccetti già condannato a 30 anni.  'Puntiamo ad un cambiamento culturale nella nostra società che educhi gli uomini al rispetto della donna e proclami una ferma censura di istinti insani come la sopraffazione e la prevaricazione' ha proseguito Valentina Pappacena che ha rivolto un saluto a Luisa, la mamma di Emiliana. 'Il mio pensiero va alla madre della ragazza, che ho conosciuto e a cui va tutto il mio sostegno nella sua battaglia per avere verità e giustizia.  Saremo vicini a lei e a tutte le donne indifese che chiedono certezza della pena'.

sabato 3 novembre 2012

Federica Mangiapelo

ROMA - Proseguono a tutto campo, in attesa dei risultati dell'autopsia, gli accertamenti dei carabinieri sulla morte di Federica Mangiapelo, la ragazza di 16 anni trovata morta giovedì mattina sulle sponde del lago di Bracciano. Al momento non viene data una valenza particolare al ritrovamento della barca senza ormeggi a poca distanza dal cadavere.
Non viene comunque escluso che sia collegata alla morte della ragazza ma si fa notare che l'imbarcazione è stata ritrovata al suo posto, pur senza gli ormeggi legati: questo è un aspetto che sembrerebbe poco compatibile con l'ipotesi di una uscita notturna sul lago finita nel peggiore dei modi, considerando anche che nella notte tra mercoledì e giovedì nella zona c'era una vera e prorpia bufera di pioggia. In attesa dell'esito dei rilievi sulle cose repertate sul luogo in cui è stato ritrovato il cadavere, le indagini continuano a concentrarsi sugli spostamenti del fidanzato di Federica e del suo amico. Al momento non si cerca un 'quarto uomo' ma si cerca di capire in che modo la ragazza sia potuta arrivare da casa sua, situata a una certa distanza dal centro storico, fino a Vigna di Valle, luogo dove è stata ritrovata. Secondo la versione fornita dal ragazzo agli investigatori, lui avrebbe accompagnato a casa la sedicenne dopo un lite e poi ne avrebbe perso le tracce.

IL LUNGO INTERROGATORIO La prima ipotesi sulla morte di Federica Mangiapelo portava al fidanzato, ma dopo un interrogatorio di undici ora, il 18enne Marco, sostiene che ieri sera non si trovava insieme alla ragazza nel momento della morte: «Ero con un amico». L'alibi sarebbe stato confermato da un conoscente del ragazzo, anche lui interrogato dai carabinieri. Al termine dell'interrogatorio non sono stati presi provvedimenti nei confronti del ragazzo della vittima.

L'ULTIMO SMS RICEVUTO Spunta l'ultimo messaggio del fidanzato su Facebook: "Abbiamo litigato ma ti voglio sempre bene". Un messaggio che, spedito alle 4 del mattino dal computer del giovane, se possibile confonde ancor più le acque sulla vicenda. Il ragazzo, infatti, ha raccontato di non essere stato con Federica quando lei è scomparsa: intorno all'1.30 i due avrebbero litigato e si sarebbero separati, come testimoniato anche da alcuni amici. Il messaggio sul social network (spedito due ore e mezza dopo il litigio, ma un'ora prima dell'orario presunto della morte della giovane) potrebbe dunque essere una prova del litigio e del fatto che i due non erano insieme a quell'ora, oppure semplicemente il tentativo del ragazzo di preparasi un alibi: i carabinieri ancora non lo sanno.

L'AUTOPSIA OGGI POMERIGGIO Sarà eseguita oggi pomeriggio, nell'Istituto di medicina legale dell'università Sapienza di Roma, l'autopsia sul corpo di Federica Mangiapelo, la ragazza trovata morta giovedì mattina a Vigna di Valle, sulle rive del lago di Bracciano. I risultati dell'esame, che dovrebbe cominciare intorno all'una e contribuire a fare luce sulle cause del decesso, ancora misteriose, sono attesi nel tardo pomeriggio, fanno sapere dall'Istituto. Bisognerà aspettare ancora un paio di settimane, invece, per gli esiti degli esami tossicologici per capire se la giovane ha assunto droga.

LE TESTIMONIANZE Federica, la ragazza trovata senza vita sulla riva del lago di Bracciano, era probabilmente sola quando è morta. Aveva passato la serata con la sua comitiva in un locale poco distante da Anguillara, tornando al paese con loro tra l'una e le due. Prima di tornare a casa era triste e avrebbe passeggiato da sola fino al lago. È questa la ricostruzione, secondo alcune testimonianze, sulle ultime ore di vita di Federica. Ad Anguillara in molti ricordano la 'storia tormentatà tra Federica e Marco, il suo fidanzato di 18 anni. «Litigavano spesso - dicono alcuni conoscenti - E lei soffriva per questo rapporto altalenante».
Soffriva di problemi neurologici e, in passato, aveva avuto alcune crisi che avevano fatto pensare all'epilessia la ragazza di 16 anni il cui cadavere è stato trovato ieri mattina in riva al lago di Bracciano, a circa 7 chilometri di distanza da Anguillara Sabazia, paese a nord di Roma. A riferirlo ai carabinieri sarebbe stato il padre Luigi, commerciante ambulante, con il quale la giovane viveva. Il riscontro di questo particolare potrebbe risultare decisivo per le indagini, in quanto rafforzerebbe la pista del malore, ritenuta tra le più concrete dagli inquirenti, anche se, come hanno ribadito oggi ambienti investigativi, nessun'altra ipotesi è stata ancora del tutto accantonata.

IL RITROVAMENTO DI UNA BARCA
Una barca ormeggiata a circa 250 metri di distanza dal punto in cui è stato ritrovato il corpo senza vita della ragazza di 16 anni, sulle rive del Lago di Bracciano, è stata slegata e probabilmente messa in acqua proprio la notte Halloween. Il proprietario, infatti, ha trovato le cime dei rulli sciolte e il natante sulla battigia, tanto che ha dovuto spingere la barca sulla spiaggia e assicurarla con le corde. Subito dopo avrebbe riferito l'episodio ai carabinieri che adesso stanno valutando se possano esserci collegamenti tra questo episodio e le ultime ore di vita di Federica. La barca si trovava proprio davanti al 'Cuba Librè, il locale in cui si è svolta la festa di Halloween privata, alla quale però la giovane non avrebbe partecipato, anche perchè era a inviti. Nessuno dei presenti, compreso il proprietario, hanno dichiarato agli investigatori di averla vista. L'episodio della barca ha innescato l'ennesima ipotesi sulle cause della morte della sedicenne: Federica, ma questa al momento è solo una delle strade percorse nell'inchiesta, potrebbe essere salita a bordo insieme a qualcuno e durante il tragitto potrebbe essere caduta in acqua annegando. Colui o coloro che erano con lei, non riuscendo ad issarla a bordo, avrebbero riportato la barca a riva abbandonandola sulla battigia. Subito dopo potrebbero essersi dileguati senza dare l'allarme per paura delle eventuali conseguenze. Poi, le acque del lago potrebbero aver spinto il cadavere della giovane fino al punto in cui è stato ritrovato ieri mattina da un ciclista.

«NON ERO CON LEI» La dichiarazione di Marco, 18 anni, residente a Formello, sarebbe state confermate dall'amico che era in sua compagnia e, indirettamente, da altri testimoni che avrebbero raccontato di averlo visto insieme ad altri giovani mentre cercavano la ragazza. Era quasi l'alba e, probabilmente, a quell'ora, la sedicenne era già morta. Le ragioni per le quali Marco - che la sera del 31 ottobre era passato da casa del padre della fidanzata a prenderla per festeggiare insieme la festa di Halloween - non era insieme a lei, le ha spiegate ai carabinieri che stanno eseguendo tutti i riscontri del caso. Allo stato, il fascicolo aperto dalla procura della Repubblica di Civitavecchia è intestato 'atti relativì e non sarebbe stata ipotizzata alcuna ipotesi di reato.

IL CADAVERE Disteso sulla spiaggia, con la testa lambita dall'acqua, i vestiti bagnati e cosparsi di sabbia e alghe. Così questa mattina, intorno alle 8, un passante ha trovato il cadavere di una ragazza di 16 anni, Federica M. sul lungolago di Anguillara Sabazia, uno dei paesi che si affacciano sul lago di Bracciano, alle porte di Roma. Sul corpo nessun segno di violenza evidente, tranne un braccio probabilmente fratturato. La morte della sedicenne, che secondo i primi rilievi sarebbe avvenuta tra le 4 e le 5 del mattino, si è subito tinta di giallo, tanto più che il decesso è avvenuto nella notte di Halloween e la ragazza era uscita di casa dicendo che andava a festeggiare la notte delle streghe con fidanzato e amici. Non solo. Non lontano dal luogo in cui è stato ritrovato il cadavere sono state trovate cinque croci di legno. Qualche resto del festeggiamento? Al momento per gli investigatori, che hanno interrogato per tutto il giorno il fidanzato della giovane, Marco, 18 anni, e molte altre persone, la ragazza sarebbe caduta da un dirupo di 3-4 metri, causandosi delle ferite a un braccio, finendo poi nelle acque del lago. Ma, secondo quanto si è appreso, le indagini proseguono a 360 gradi. «Finchè non avremo i risultati dell'autopsia prevista per domani - dicono - non possiamo escludere nessuna ipotesi».

IPOTESI FIDANZATO I carabiniere stanno tentando di far luce su alcuni lati ancora oscuri della vicenda: al momento della ipotetica caduta la ragazza era sola? E nel caso si trovasse con il fidanzato e gli amici perchè nessuno di loro l'ha soccorsa e non ha dato l'allarme? Poco prima che il passante notasse il corpo della sedicenne, la madre e il padre, separati da alcuni anni, si erano recati nella stazione dei carabinieri a denunciare la sua scomparsa. La ragazza, una biondina allegra e spensierata, ma che aveva sofferto la separazione dei genitori, era uscita dalla casa della madre, impiegata in una cooperativa sociale, ieri sera alle 21 in compagnia del fidanzatino e di alcuni amici. Alla madre la ragazza, che di giorno lavorava con il padre, commerciante ambulante di biancheria e vestiti, aveva detto che avrebbero festeggiato la notte Halloween, ma non le aveva indicato dove. L'attenzione dei carabinieri si è incentrata su un locale, il «Cuba Libre», distante un centinaio di metri dal luogo del ritrovamento del cadavere, all'esterno del quale sono state trovate cinque croci di legno piantate nel terreno.

LE CROCI La presenza delle croci ha fatto ritenere che nel locale, chiuso in questo periodo dell'anno, possa essersi svolta una festa di Halloween. Una donna che abita a ridosso del locale ha però riferito di non aver notato nessun movimento e di non aver sentito musica. «Ieri sera e per tutta la nottata ha piovuto a dirotto - ha raccontato - io mi sono chiusa in casa con le finestre sbarrate. A parte il fragore della pioggia non ha sentito alcun rumore che potesse far pensare che lì fosse in corso una festa». In un altro locale del lungolago, ieri notte, si è svolta una festa di Halloween ma il titolare ha escluso che tra i partecipanti ci fosse anche la sedicenne, anche perchè si trattava di un party privato, ad inviti. Entro domani, nell'istituto di medicina legale di Roma dovrebbe essere eseguita l'autopsia disposta dalla procura della Repubblica di Civitavecchia. Si avrà così una prima risposta ai quesiti ancora insoluti anche se, per avere i risultati degli accertamenti tossicologici saranno necessarie almeno un paio di settimane. Il giallo si rafforza.

SU FACEBOOK NASCONO PAGINE DEDICATE A LEI Intanto la comunità di Facebook si stringe intorno alla tragica scomparsa della ragazza: numerose sono le pagine e i gruppi creati in queste ore.

giovedì 1 novembre 2012

Arrestato padre per non aver pagato gli alimenti alla ex moglie

"Due pesi e due misure come spesso avviene. Valore Donna non può non denunciare come sul tema della mancata corresponsione degli alimenti fra coniugi ci sia una disparità di trattamento in diversi casi -afferma in una nota Valentina Pappacena, presidente dell'associazione Valore Donna- così accade che troppe volte mariti condannati a mantenere ex mogli con tanto di figli, rinuncino a versare il denaro nonostante le loro condizioni economiche siano buone, mentre con grande rapidità si procede con l'esecuzione di misure cautelari nei confronti di uomini non abbienti. Fermo restando che chi è condannato a versare gli alimenti deve rispettare il dispositivo del giudice, appare significativo il fatto che nel nostro Paese l'applicazione della legge viaggi su un doppio binaro. Del resto diventa davvero complicato spiegare come stalker o assassini rimangano spesso in libertà, nonostante condanne passate in giudicato. Stessa cosa si può dire di politici resisi protagonisti di reati contro il patrimonio e la collettività. Per tanti, molti sicuramente, vige una sorta di privilegio se non un'immunità 'occulta'. Per altri invece, niente. E' il caso di un ragazzo di Latina, arrestato per non aver pagato quanto dovuto alla ex. Ora, quest'uomo, sarà comunque costretto a versare gli alimenti. Riteniamo come associazione che si occupa dei diritti delle donne, ma anche degli indifesi, di denunciare le iniquità del sistema. Occorre in particolare, lanciare l'allarme per l'affermarsi di una vera e propria giustizia di classe, che colpisce i poveri con celerità, salvaguardando invece in eccesso i ricchi e i potenti