sabato 14 aprile 2012

Bruciata viva dal marito

Tragedia familiare stamane a Giarre, in provincia di Catania: un sottufficiale dell’Aeronautica militare, Salvatore Capone, di 36 anni, al culmine di una lite ha cosparso la moglie, Maria Rita Russo, di 31 anni, di alcol e le ha dato fuoco. E’ accaduto intorno alle 8 nell’appartamento della coppia, in via Sacerdote Rocco...BY Silvana La Porta (da livesicilia)


Militare dà fuoco alla moglie
e ferisce anche i figli



Tragedia familiare stamane a Giarre, in provincia di Catania: un sottufficiale dell’Aeronautica militare, Salvatore Capone, di 36 anni, al culmine di una lite ha cosparso la moglie, Maria Rita Russo, di 31 anni, di alcol e le ha dato fuoco. E’ accaduto intorno alle 8 nell’appartamento della coppia, in via Sacerdote Rocco. Nel piccolo incendio che né è seguito, e che è stato spento dai vigili del fuoco, sono rimasti lievemente ustionati anche i figli della coppia, due gemelli, un maschietto ed una femminuccia, di tre anni, che sono stati medicati in ospedale.

L’uomo è stato arrestato con l’accusa di tentativo di omicidio plurimo aggravato. I motivi del gesto del sottufficiale non sono ancora chiari. Soccorsa da uno dei vicini di casa, che hanno chiamato il 112 e il 118, la donna ha detto: “E’ stato mio marito”. Salvatore Capone, di fronte alle domande pressanti degli investigatori, si é rifiutato di ripondere e di spiegare i motivi del suo gesto. I vicini di casa, parlando con i giornalisti, hanno tuttavia riferito che i due coniugi avevano deciso di comune accordo di separarsi. L’elicottero del 118, chiamato dai vicini di casa, ha soccorso tutte e quattro i componenti del nucleo familiare.

Maria Rita Russo, maestra in un asilo di Giarre, è stata ricoverata in gravissime condizioni dapprima nel Reparto grandi ustionati dell’ospedale Cannizzaro di Catania, dove è stata sottoposta ad un delicato intervento chirurgico a causa delle ustioni di 2/o e 3/o grado che hanno interessato il 75 per cento del corpo, e poi ricoverata nel reparto Rianimazione. Il marito, prima di essere arrestato, è stato medicato in ospedale per problemi respiratori non gravi causati dalle esalazioni di fumo. I due figli, che hanno riportato ustioni di primo grado alle mani per avere toccato oggetti resi incandescenti dalle fiamme, e anche perché la madre li avrebbe presi per mano per farli uscire da casa, sono stati invece dimessi e affidati a una nonna. I carabinieri, che conducono le indagini, stanno adesso cercando di ricostruire la dinamica dell’accaduto. Nella camera da letto dell’appartamento sono state trovate tracce di sangue. La moglie, tentando di sfuggire alla furia omicida del marito, avrebbe rotto il vetro di una finestra e si sarebbe ferita.

Quella di Giarre è la seconda tragedia familiare che si è consumata in poche settimane nel Catanese. Il 26 ottobre scorso a Catania, in via dell’Iris, nel popoloso rione di San Giorgio, Carmelo Sanfilippo, di 48 anni, operaio in una ditta di onoranze funebri del fratello, forse roso dal tarlo della gelosia, uccise con un coltello da cucina la moglie Maria Grazia Drago, una casalinga di 35 anni, e la figlia di otto, ferendo la primogenita di 13. Sanfilippo poi tentò il suicidio con la stessa arma, colpendosi ripetutamente all’addome. (Ansa)

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