martedì 23 settembre 2014

Omicidio Ivano Inglese. La mamma scrive al Presidente della Repubblica

                                                  Illustrissimo Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
                                                  Illustrissimo Presidente Matteo Renzi
                                                  Illustrissimo Ministro Andrea Orlando


 Vittoria 23-09-2014

Sono una mamma disperata e afflitta dal dolore per la perdita inspiegabile ed incomprensibile del proprio figlio Ivano Inglese. Il 20 Settembre del 2012 Ivano dopo una giornata di lavoro alle ore 19,15 avvisò la sua fidanzata dell'imminente rientro a casa. . Quella fu l'ultima chiamata e l'ultimo contatto con Ivano infatti dalle 19,45 il telefono non diede più segni di vita. Allarmati da questo comportamento insolito io mio marito e la fidanzata iniziammo a contattare la polizia e gli ospedali senza aver alcun riscontro positivo. Sempre più angosciato verso le 22,45 mio marito si recò presso la stazione dei carabinieri di Vittoria. Alle 23,00 a gli stessi venne segnalato il ritrovamento della Wolkswaghen Golf di proprietà di Ivano, quest'ultima era parcheggiata in piena campagna nei pressi di Contrada Pozzo Ribaudo in provincia di Ragusa. A 100 metri il corpo privo di vita di Ivano straziato da 6 colpi di pistola, di cui uno solo gli fu mortale. Sono passati 24 mesi e 3 giorni da quella sera. La nostra famiglia vive nel dolore e nell'angoscia dovuta soprattutto alla mancanza di un motivo e di un colpevole. Non si tratta di un delitto per rapina ne un regolamento di conti perché mio figlio aveva una condotta di vita irreprensibile, dovuta al suo carattere solare espansivo e disponibile anche e soprattutto con i più deboli. Ivano era impiegato alle Poste ma per guadagnare qualche soldo in più per ristrutturare la sua futura casa nel pomeriggio lavorava presso una distributore di benzina. La domanda che tutti i giorni ci poniamo è il perché di tanta efferatezza su una persona indifesa che aspirava ad una vita assolutamente normale con la sua famiglia e la sua futura moglie. La magistratura sicuramente ha fatto il suo dovere, ma dopo due anni la fiducia che riponevamo in essa si sta affievolendo. Quando muore un figlio tutto quello che ci circonda muore assieme ad esso, nulla ha più senso, non ha importanza se fuori piove o c'è il sole, non esistono nemmeno più le feste. La giustizia che non ci sta aiutando , costantemente riapre una ferita mai chiusa. Illustre Presidente ci aiuti a non far calare il silenzio più assoluto su questo atroce delitto, ho interrotto il mio doloroso silenzio perchè so che solo Lei potrà aiutarci a trovare la verità. Dio La benedica


Famiglia Inglese congiuntamente all'associazione Valore Donna

Divorzio Lampo ora e' possibile

SEPARAZIONE E DIVORZIO LAMPO, ORA E’ POSSIBILE. Dal 13 settembre 2014, grazie al primo tassello della riforma della giustizia, oggi moglie e marito possono separarsi e divorziare semplicemente rivolgendosi ad un avvocato, senza andare in Tribunale. Il nuovo istituto giuridico si chiama “negoziazione assistita da un avvocato”. Con l’entrata in vigore del D.l. 132/14, i coniugi anziché andare in Tribunale e rivolgersi ad un Giudice, possono rivolgersi soltanto all’Avvocato, con notevole riduzione dei lunghi tempi imposti dalla giustizia. Il legale dovrà mettere per iscritto l’accordo raggiunto dalle parti e autenticare le firme. Poi entro 10 giorni dovrà trasmettere copia autenticata dell’accordo, con le certificazioni necessarie, all’ufficiale di stato civile del Comune in cui il matrimonio è stato iscritto e trascritto. L’accordo redatto dall’avvocato produce gli stessi effetti della sentenza del giudice. Possono usufruirne i coniugi per separazione divorzio modificare le condizione della separazione e del divorzio già fissate dal Giudice purchè non vi siano figli minori, in caso di figli portatori di handicap grave e quando i coniugi non arrivano ad un accordo consensuale.

mercoledì 17 settembre 2014

Voglio che lei provi terrore prima di dire addio a tutto

MILANO - "Scrivo queste parole non per essere ricordato, soprattutto perché dopo questa sera i ricordi sarebbero tutti negativi credo"... In queste tre pagine scritte in stampatello... intitolate "Lettera ai cari", c'è un piano criminale lucido e affilato, una confessione preventiva che l'autore vuole postuma. La scrive, con ogni probabilità, nel pomeriggio di lunedì, e solo una volta si tradisce nella febbre di quello che sta per diventare inevitabile: "Quello che scriverò da qui in poi non ha nulla a che fare con i miei ultimi saluti ma invece servirà a spiegare (non accettare eh) quello che sto x". Le ultime due parole le cancella. "Ho fatto". Poche ore dopo Pietro Maxymilian Di Paola, 20 anni, si lancerà dal settimo piano di un palazzo trascinando con sé l'ex fidanzata, la diciannovenne Alessandra Pelizzi, che lo aveva lasciato tre settimane fa. E dunque ecco, nella sua crudezza, il movente. Pagina tre. "Un odio così forte da essere felice di sacrificare la propria vita per far provare all'altro la vera tristezza". L'abbandono, la fine della storia, nella mente di Pietro Di Paola è l'innesco per la vendetta. Spietata. Di più: tortura. "Non mi sono lanciato con lei subito ma anzi le ho prima fatto provare il terrore di perdere tutto amici, famiglia e futuro"... "Se la reincontrassi dall'altra parte la odierei ancora? No, il mio sfogo è finito nel momento in cui ho saltato"... Il prima, le altre due pagine, sono i saluti alle persone care... Alla madre, alla sorella, al padre che se ne era andato da tempo, alla nonna, agli amici... Nelle ultime righe un epitaffio che lascia senza fiato, qui riportato con l'ortografia originale: "Lascio un piccolo consiglio finale, si lo so che fa impressione, ma pensò sara utile sia alle future vittime che ai forse futuri carnefici, dubitate di quelli che ridono sempre a volte non possono semplicemente fare altrimenti e nel frattempo, perderanno l'anima".

martedì 16 settembre 2014

Latina: Diritti Violati! - Tripodi scrive al Presidente della Repubblica -

Egregio Signor Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, da diverso tempo, stiamo affrontando sia come associazione sia come cittadini, una vicenda più grande di me, di noi, che non riusciamo neppure a comprendere del tutto. La prego di volgere lo sguardo verso Latina perché qui sta succedendo qualcosa di strano. Qualcosa che le normali regole della vita democratica faticano a sopportare. Ci troviamo difronte ad un problema molto grande nella nostra città, che riguarda famiglie intere e che sembra non interessare all'amministrazione attuale. Sono anni che a causa di politiche fallimentari non vengono più costruiti alloggi popolari, ed ecco che oggi ci ritroviamo ad affrontare un problema abitativo "esplosivo" che aumenta di giono in giorno. Famiglie che a causa della crisi che sta colpendo il nostro paese e a causa di problemi economici non sanno più come fare per pagare un affito, ed ecco quindi che a procedura dello sfratto per morosità si ritrovano in mezzo alla strada perchè chi di dovere, in questo caso i Servizi Sociali dicono di "..non avere soldi", e cosa ancora più grave l'amministrazione locale, Sindaco e Assessori, si comportano da "latitanti" e liquidano il tutto ogni volta con delle promesse che puntualmente si rivelano solo fumo. In questi giorni nella nostra città, oltre 10 famiglie stanno protestando sotto il Comune perchè a causa di uno sgombero subito si sono ritrovati in mezzo ad una strada. Da parte del Comune c'è stato un prmo intervento con trasferimento alle famiglie negli Hotel, poi "sfrattati" anche dagli hotel sono stati costretti a ritornare in piazza, allora il Comune ha deciso di mandare queste famiglie dentro delle tende, della Protezione Civile in attesa di container che sarebbero dovuti arrivare in questi giorni. Nulla di tutto ciò. Promesse che si sono rivelate fumo. Ma purtroppo la situazione non è solo questa. Tantissime altre famiglie stanno per subire degli sfratti, ma coloro che dovrebbero occuparsi di queste situazioni rimangono sordi e ciechi rinviando sempre il problema o peggio ancora dicendo che non possono fare più di tanto. Con questa mia, ho deciso di rivolgermi a Lei anche in riferimento all'art 54 della Costituzione Italiana che ci tengo a ricordarlo anche per coloro che lo hanno forse dimenticato: " I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge" . In un Paese civile e domocratico è intollerabile che vengano violàti DIRITTI INVIOLABILI ai Cittadini, tra cui quello più importante della CASA! Tutto ciò viòla anche la Carta dei Diritti Universali dell'Uomo, cosa GRAVISSIMA. A conclusione di questa mia, chiedo a Lei Presidente Napolitano, di rivolgersi verso Latina, di richiamare tramite l'Ufficio Territoriale del Governo della Città, il Sindaco gli Assessori i Consiglieri e coloro che hanno incarichi nell'amministrazione e che sono quindi tenuti a rispettare e garantire DIRITTI ai cittadini, sopratutto che hanno giurato fedeltà alla Costituzione Italiana e che sono quindi tenuti a RISPETTARLA ed a farla rispettare.La Ringrazio Presidente per l'attenzione che sicuramente dedicherà a questa mia, e mi auguro che possiamo ottenere al più presto risposte concrete ma sopratutto che al più presto i Cittadini di Latina che si rivolgono ai Servizi Sociali potranno ricevere l'aiuto necessario, e quindi vedere i propri DIRITTI e la propria DIGNITA' rispettati e non calpestati! Colgo l'occasione per Salutarla Cordialmente. Ferdinando Tripodi - Vice Presidente Associazione Valore Donna- - Cittadino di Latina e d'Italia