domenica 18 dicembre 2011

Racconti di un mostro......

ROMA - «Ricordo tutte le donne che ho ucciso. Voglio dedicare la mia vita a fare del bene. Farò volontariato». Dal carcere di Opera dove sta scontando l'ergastolo Gianfranco Stevanin si racconta in un'intervista al Corriere del Veneto. Il 'mostro di Terrazzo' negli anni Novanta uccise sei donne durante dei rapporti sessuali estremi, le tagliò a pezzi e le sotterrò nei campi vicino a casa.
«Mi sono iscritto al maggior numero di corsi disponibili e - dice Stevanin- sto cercando di arrivare alla maturità superiore, studi che interruppi in gioventù a causa di un incidente motociclistico. Gli studi per ora vanno bene e mi piacciono, come mi piace tutto ciò che può arricchire il mio bagaglio culturale…».
«Nonostante sia passato un bel po' di tempo, io - racconta ancora - ci penso eccome alle ragazze decedute. Nei miei ricordi però quelle ragazze sono vive, ed è così che vorrei continuare a ricordarle. Dal momento che gli inquirenti dicono che ho commesso quei fatti, devo dire così poichè di quei fatti io non ho mai avuto il ricordo, è ovvio che mi debba sentire responsabile. Ora però sono io a farle una domanda: quanto mi dovrei sentire responsabile se sapessi che in quei momenti non ero cosciente di ciò che facevo».
«La funzione del carcere è quella di essere 'rieducativo' in merito a ciò che di male si è commesso. Ma non sempre - sottolinea - la prigione riesce a esserlo, specialmente in una situazione carceraria come quella odierna. Nel mio caso, però, sarebbe stato utile stabilire meglio in che misura ero cosciente di quel che facevo all'epoca dei fatti. Quantomeno per stabilire il tipo di rieducazione di cui necessitavo. Nonostante tutto, secondo la mia modesta opinione, l'obiettivo è stato raggiunto».

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