venerdì 24 febbraio 2012

Indagini sulle case famiglie a Napoli....

Il sequestro dei documenti (foto agnfoto)


Bambini usati come merce di scambio per lucrare sui fondi del Comune di Napoli destinati all'accoglienza residenziale dei minori provenienti da famiglie disagiate della città. Questo il sistema criminale che emerge dalle indagini della polizia municipale, in cui risultano coinvolti funzionari del Comune, impiegati negli uffici per le Politiche sociali, e titolari di case famiglia della città.

Sequestrati - su iniziativa del generale della polizia municipale partenopea Luigi Sementa - atti e documentazione negli uffici comunali del Servizio per le Politiche sociali. Un'attività di controllo decisa per delineare la vastità del fenomeno e l'eventuale coinvolgimento di altri soggetti nell'affare. Numerosi i casi scoperti di fatture presentate più volte a saldo di una singola prestazione, come numerose sono anche le manomissioni alla documentazione contabile presentata per l'erogazione dei fondi.

Le indagini hanno anche appurato che l'assegnazione dei minori nelle varie strutture sarebbe stata pilotata a favore di alcune strutture: canali privilegiati offerti a specifiche case famiglia costituiti dai funzionari comunali indagati per trarne benefici. In più è stato accertato che l'offerta educativo/assistenziale praticata era stata diversa e comunque inferiore a quella poi documentata per l'ottenimento dei fondi.

L'assessore alle Politiche sociali di Napoli, Sergio D'Angelo, ha ricordato che le indagini hanno preso inizio da una denuncia dell'amministrazione partenopea: "Abbiamo offerto alla
magistratura massima collaborazione - ha detto - e continueremo a farlo" affinché "si faccia piena luce sulla vicenda - aggiunge l'assessore - che, però, non deve offuscare il prezioso lavoro sociale che tanti operatori pubblici e del Terzo settore hanno svolto e continueranno a svolgere".

"Da anni chiediamo chiarezza e trasparenza - dicono i rappresentanti del comitato 'Il welfare non è un lusso', a cui fanno riferimento oltre duecento organizzazioni di settore - il paradosso consiste nel fatto che mentre c'è chi lucra sulla pelle dei minori i nostri centri d'accoglienza non percepiscono finanziamenti dal novembre del 2009".

"Molti centri sono stati costretti a chiudere i battenti e altri hanno accumulato debiti ben oltre le loro possibilità di sopportazione - proseguono - quanto sta emergendo dalle indagini non rappresenta di sicuro il nostro settore fatto di gente che, anche senza stipendio, assiste da anni i più deboli, a partire proprio dai bambini".

1 commento:

  1. Anonimo24.2.12

    queste cose non si verificano solo a napoli ma in tutta l'italia vengono chiamati x camuffare affidi familiari ma in realta loro puntano dei bambini trovano il modo sdi strapparli alla famiglia con delle scuse x metterli nelle comunitò ma loro hanno gia dietro chi paga x averli è proprio una merce di scambio in cui la chiesa è la prima a esserci dentro dovrebbero chiudere tutte le strutture riformare i servizi sociali ed aiutare le famiglie in difficoltà

    RispondiElimina