sabato 11 agosto 2012

Due giovani rubano un auto e muoiono

USTICA - Un gioco per movimentare una notte d'estate finito in tragedia. Due ragazzini di Ustica, di 13 e 14 anni, attorno alle 22 di ieri hanno messo a segno una bravata: rubare un'auto ma solo "per fare un giro", ma poi l'inesperienza ha fatto il resto. I due sono caduti in mare dalla banchina del porto di Ustica e sono morti. La procura di Palermo ha aperto un'inchiesta per accertare la responsabilità, ma pare che non sarà effettuata autopsia e i funerali dei giovani potranno svolgersi già domani. Il sindaco ha proclamato in occasione delle celebrazioni il lutto cittadino.

SOCORSI IMMEDIATI I ragazzini, Bartolomeo Ricciardi, figlio di un dipendente comunale di Ustica, e Sta Fedi, di origine tunisina. hanno preso la Panda di un pensionato di Ustica e hanno perso il controllo del veicolo mentre viaggiavano lungo la banchina. Sono immediatamente intervenuti i sommozzatori della società «Diving Barracuda» che sono riusciti a estrarre i corpi dei minorenni dall'auto. I due erano già morti per annegamento. I carabinieri e la Capitaneria di porto hanno avviato le indagini per ricostruire la dinamica dell'incidente.

SOLO UN GIOCO Secondo la ricostruzione della Guardia medica di Ustica i due ragazzini sono saliti sulla Panda dopo averla trovata con le chiavi inserite nel cruscotto. Dopo aver percorso un breve tratto di banchina al porto, hanno perso il controllo del mezzo e sono finiti in mare. L'auto giace capovolta a pochi metri dalla riva, in un fondale di non oltre 5 metri. Il ragazzo tunisino è figlio di un immigrato che lavora da anni come artigiano ad Ustica, l'altro è figlio dell'autista dell'ambulanza della Guardia medica dell'isola.

"HANNO CERCATO L'ARIA" «Erano nel portabagagli posizionato verso l'alto rispetto al fondale, forse in cerca di una bolla d'aria». Questo il racconto del soccorritore che ha estratto i corpi dei due ragazzini appena quattordicenni di Ustica, finiti in mare, nel porto dell'isola, con un'auto per una 'bravatà intorno alle 22 di ieri sera. È stato Fabrizio Catalano, 27 anni di Palermo, istruttore subacqueo, e uno dei titolari del Barracuda Diving Ustica, a immergersi sul luogo della tragedia e a tirare fuori i due ragazzini incastrati nella Panda parcheggiata sul molo con le chiavi inserite. «Stavamo tornando da una immersione notturna quando, al rientro nel porticciolo, quello più interno, per le piccole imbarcazioni, abbiamo visto lampeggianti e abbiamo sentito richieste di aiuto. Abbiamo girato il gommone verso il molo più esterno dove attracca l'aliscafo, mi sono rimesso l'attrezzatura e mi sono precipitato sott'acqua - racconta Catalano - saranno passati al massimo otto minuti dal momento dell'incidente. Ho visto l'auto sottosopra con il cofano verso il basso e il portabagagli verso l'alto, Il lato del passeggero ridossato alla banchina». Nell'auto, secondo il racconto del subacqueo, non c'era traccia di alcolici. In un minuto i corpi erano sulla banchina ma gli esperti istruttori, abilitati anche al soccorso, hanno capito da subito che i polmoni erano pieni d'acqua. Dalla posizione dell'auto si ipotizza che la caduta sia avvenuta in retromarcia. Il possessore dell'auto viene sentito in queste ore dai Carabinieri.

"UN DRAMMA INIMMAGINABILE" Non si danno pace i genitori dei due ragazzini appena quattordicenni, che avevano finito le scuole medie, morti dopo essere finiti nel mare di Ustica con un'auto per una 'bravatà. «Un dramma inimmaginabile. Non c'è una spiegazione», dicono dalla comunità che ha assistito tutta la notte i genitori dei ragazzi nella camera ardente allestita al Comune. «Per ora - ha detto il vicesindaco Giuseppe Caminita - le notizie sono frammentate. Non si sa se abbiano messo in moto l' auto o abbiano tolto il freno. Fino a 15 minuti prima erano a casa e poi, intorno alle 22, la tragedia». I ragazzi dopo essere stati estratti dall'auto, sono stati portati in camera iperbarica ma non c'è stato niente da fare. Le famiglie «sono persone umili, tranquille», racconta Caminita. I genitori del ragazzo di origini tunisine, hanno espresso la volontà di riportare la salma nel loro Paese. Il sindaco di Ustica, Aldo Messina, sta rientrando sull'isola da Palermo e dichiarerà il lutto cittadino.

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