domenica 21 ottobre 2012

Lucia sta meglio. Ancora non sa che la sorella e' morta per difenderla

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Domenica 21 Ottobre 2012 - 12:24
PALERMO -  «Lucia sta meglio, rispetto a ieri è anche più rilassata e sciolta». Lo ha detto il primario del reparto di chirurgia dell'ospedale Cervello di Palermo, Giuseppe Termine, che ha operato Lucia Petrucci, la diciottenne accoltellata dall'ex fidanzato, Samuele Caruso, che ha anche aggredito e ucciso la sorella della ragazza, Carmela, 17 anni.
Lucia è ricoverata nel reparto di rianimazione. «È lucida, parla - ha aggiunto il medico - e oggi le abbiamo strappato anche un sorriso, quando le ho detto che per nascondere i segni delle ferite riportate abbiamo chiamato anche un chirurgo plastico». L'assassino, che è in carcere ed ha confessato il delitto, ha colpito Carmela, che si era messa in mezzo per difendere la sorella, alla gola, recidendole la carotide, poi Lucia con una ventina di coltellate all'inguine, nella zona lombare e anche alla lingua.
«Lucia - ha concluso il medico - ha dolori alla schiena per i punti, ma non porterà, almeno fisicamente, le conseguenze di questo fatto tremendo, perchè il ragazzo, pur infliggendole ferite profonde che sono arrivate a recidere i muscoli, non ha raggiunto organi vitali». Per precauzione i sanitari mantengono la prognosi riservata.
CARMELA E' MORTA SGOZZATA Due coltellate alla gola che le hanno tranciato la carotide. Carmela Petrucci, 17 anni, è morta così: sgozzata. Lo ha appurato l'autopsia svolta questo pomeriggio. Mentre stramazzava per le scale, in una pozza di sangue, la sorella Lucia, 18 anni, è stata colpita da una ventina di fendenti sul collo, sull'addome, sull'inguine, sulle labbra e sulla lingua. Colpi «lineari», quasi fossero stati provocati da un bisturi.

LA CONFESSIONE In realtà l'arma usata da Samuele Caruso, 23 anni, che ha confessato il delitto dopo tre ore di interrogatorio, è un coltello «butterfly», una lama estremamente tagliente, ritrovata dalla polizia nel motorino dell'assassino, catturato mentre tentava la fuga su un treno. Carmela è morta sul colpo, Lucia, che si è salvata, rimarrà sfregiata: è viva per miracolo, solo perchè una delle coltellate inferte dal suo ex fidanzato non ha reciso per pochi centimetri l'arteria succlavia. Un delitto atroce. Compiuto, secondo gli inquirenti con «lucidità».

AZIONE PREMEDITATA Nessun raptus di follia, dunque. Ma un'azione premeditata. Samuele sarebbe sceso da casa con l'intento di uccidere, portandosi dietro il coltello. Lucia lo aveva lasciato dopo una relazione di sei mesi, nata su Facebook  e finita prima dell'estate. Samuele è accusato di omicidio volontario premeditato e tentativo di omicidio. Al pm Caterina Malagoli che lo ha interrogato ha confessato l'aggressione alle due sorelle, sostenendo però di avere ucciso Carmela «per sbaglio», perchè «Lucia si è riparata con le mani» e la sorella si è frapposta tra i due nel tentativo di difenderla. Ma l'autopsia fa supporre uno scenario differente. Il movente passionale dunque è racchiuso nel rifiuto della ragazza di riallacciare il rapporto. Samuele, secondo la ricostruzione degli investigatori guidati dal capo della squadra omicidi Carmine Mosca, avrebbe perseguitato la ragazza per giorni con sms e introducendosi sulla sua pagina Facebook. «Pensavo avesse un altro» ha detto durante l'interrogatorio.


LA FUGA Dopo avere lasciato le due ragazze in pozza di sangue, Samuele è fuggito col motorino. Non è ancora chiaro se qualcuno lo abbia aiutato nel tentativo di fuga; il ragazzo quando è stato fermato dagli agenti, che lo hanno rintracciato agganciando le celle del suo cellulare, avrebbe indossato abiti diversi da quelli che aveva quando ha sorpreso le ragazze davanti la loro abitazione, un edificio in via Uditore a una ventina di metri da una caserma dei carabinieri. Sar…à interrogato lunedì dal gip, che dovr… decidere sulla convalida dell'arresto.

"COME STA MIA SORELLA?" La famiglia Petrucci è sconvolta. Lucia, sottoposta a un intervento chirurgico, non sa ancora che Carmela è morta. «Come sta mia sorella?» ha chiesto ai genitori e al fratello Antonio che le hanno fatto visita nel reparto di rianimazione dell'ospedale Cervello dove è tenuta sotto osservazione dai medici. «Tua sorella Š pi— grave, se ne stanno occupando altri dottori in un altro ospedale», hanno risposto i familiari rispettando le indicazioni degli psicologi incaricati di assistere  i genitori delle due ragazze e di preparare la giovane prima di darle la notizia della morte della sorella. «Sistemeremo Lucia in modo tale che la madre le possa stare pi—ù vicina in queste ore - dice Giuseppe Termine, primario del reparto di Chirurgia del Cervello - Dopodomani mattina sarà trasferita in reparto, in quel momento saprà già… della morte della sorella». Samuele ha inferto a Lucia una ventina di coltellate su tutto il corpo. Quella più grave l'ha colpita alla regione lombare, sopra l'osso sacro: una ferita lunga circa 13 centimetri che sanguinava moltissimo. Se il colpo vicino alla clavicola avesse raggiunto l'arteria succlavia, la ragazza sarebbe morta dissanguata. «Mi ha colpito il fatto che fosse una ferita lineare, proprio come se fosse stato usato un bisturi - ha spiegato il primario che domani comunicherà il secondo bollettino sulle condizioni della giovane - Lo stesso Š accaduto alla lingua, ha anche una ferita al labbro di almeno 4 centimetri, un'altra all'inguine sinistro di 7-8 centimetri e una nella guancia».

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