venerdì 7 dicembre 2012

Castelvolturno. Rilasciato Belmonte.

CATANZARO - Dopo 23 giorni di detenzione è tornato libero Domenico Belmonte, il 72enne ex direttore sanitario del penitenziario di Poggioreale accusato di aver ucciso la moglie Elisabetta Grande e la figlia Maria, occultandone i cadaveri. A disporne la scarcerazione è stato il Tribunale del Riesame di Napoli, ottava sezione, che ha annullato l'ordinanza di custodia cautelare emessa il 16 novembre scorso dal gip di Santa Maria Capua Vetere, Francesco Caramico D'Auria. La vicenda di Elisabetta e Maria era salita alla ribalta della cronaca il 12 novembre, quando la polizia trovò in un sottoscala della villa di Baia Verde a Castel Volturno i resti delle due donne di cui si erano perse le tracce dal luglio del 2004. Era stato il cognato di Belmonte, Lorenzo Grande, fratello di Elisabetta, a dare nuovo impulso alle indagini con una denuncia sporta nell'agosto scorso al Commissariato di Castel Volturno e segnalata alla trasmissione «Chi l'ha visto?». Belmonte, secondo quanto riferiscono i legali, è molto debilitato dalla detenzione. Le motivazioni del Riesame non sono ancora state depositate e dunque non si sa se i giudici abbiano ritenuto non gravi gli indizi di colpevolezza o non sussistenti le esigenze cautelari. Il medico, sottolineano gli avvocati Carlo De Stavola e Rocco Trombetti, non si è mai allontanato dalla sua abitazione, neppure dopo che, lo scorso ottobre, i giornalisti della trasmissione 'Chi l'ha visto?' gli hanno fatto domande sulla moglie e sulla figlia; non avrebbe avuto neppure di che pagarsi la fuga, dal momento che non ha mai fatto richiesta di ottenere la pensione e ha vissuto finora con il denaro della liquidazione. Infine, sottolineano i legali, non ha mai modificato lo stato dei luoghi nè avrebbe, ovviamente, potuto reiterare il reato.

GLI INDIZI Quanto agli indizi, per De Stavola e Trombetti nel fascicolo ci sono solo «sospetti», mentre sulla vicenda permangono anomalie che si sta cercando di chiarire con l'aiuto dei consulenti. Due le principali: nessuno ha mai sentito un cattivo odore provenire dalla villetta e accanto agli scheletri di Maria ed Elisabetta non c'erano i capelli, che si decompongono molto lentamente. L'ipotesi della difesa è dunque che le due donne siano state in un primo momento sepolte altrove e solo in una seconda fase siano state trasportate nella casa di Castel Volturno, all'insaputa del dottor Belmonte. Nuovi e decisivi elementi potrebbero ora arrivare dagli accertamenti sulle ossa, di cui si sta occupando il pool formato da tre medici legali e un antropologo forense designati nelle scorse settimane dalla Procura e dalle parti. Dal canto suo l'avvocato Nunzia Raimondi, difensore della parte offesa, Lorenzo Grande, congiunto delle due donne, spiega di «rispettare la decisione dei giudici del Riesame di Napoli di cui tuttavia non conosciamo ancora le motivazione». Al momento, si apprende da ambienti investigativi, la radiografia compiuta sui resti non avrebbe evidenziato segni di violenza, ma si attendono altre risposte, come quella sull'eventuale differente datazione del decesso.

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