mercoledì 2 novembre 2011

Pedica alla fiaccolata per Manuel

Cronaca
Roma - Manuel Tartavini, una morte tutta da chiarire: oltre 200 persone alla fiaccolata
Roma - Oltre 200 persone ieri sera a Labaro hanno partecipato alla fiaccolata in ricordo di Manuel Tartavini, a distanza di due anni dalla sua scomparsa. Sul decesso di questo bambino sono ancora troppe le ombre che aleggiano.
La tragedia è avvenuta nell'ottobre 2009 nella clinica Villa San Pietro. "Era entrato con un principio di pleurite e di polmonite -ha araccontato la madre Raffaella- era un ragazzino sanissimo, non aveva mai avuto una malattia. Ci avevano detto inizialmente che si trattava del virus H1N1. Ma poi le analisi hanno escluso che fosse influenza A. Ma ciò che ha fatto più rabbia è l'incuria del personale sanitario. É morto di domenica e nel reparto non c’era nessuno, neanche un pediatra, solo due internisti e un’infermiera che sono entrati nel panico e non l’hanno saputo salvare".
Il pm Paolo D’Ovidio della Procura di Roma aveva aperto un’inchiesta. Il fascicolo era contro ignoti. E' stato ipotizzato il reato di omicidio colposo. Ma recentemente sarebbe stata avanzata la richiesta di archiviazione del caso.
Eppure restano tanti interrogativi sui 12 giorni trascorsi fra l'ottobre ed il novembre 2009. Negligenze, incuranze, sottovalutazione del problema, sembrano essere qualcosa più di semplici ipotesi. 
Il senatore Stefano Pedica dell'Idv era presente alla fiaccolata di ieri. Pedica è intervenuto a piazza Marta Russo per chiedere giustizia e chiarezza sul caso. Il parlamentare ha inviato il fascicolo alla Commissione d'inchiesta sugli errori sanitari, presieduta da LeoLuca Orlando. 
Ad appoggiare la battaglia di Maurizio e Raffaella, i genitori di Manuel, è anche l'associazione Valore Donna, presieduta da Valentina Pappacena.
Una proposta concreta che potrebbe essere subito farsi strada è quella avanzata proprio dalla signora Raffaella, sull'introduzione delle webcam nelle sale operatorie. "Serve un sistema per controllare il lavoro dei medici -ha dichiarato la signora- le webcam potrebbero verificare ciò che accade. Nessuno può chiudersi in una stanza e nascondere il proprio operato al pubblico. Chiediamo trasparenza negli atti ospedalieri. I medici svolgono un servizio pubblico. Tutto deve essere fatto alla luce del sole".

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