giovedì 29 dicembre 2011

Le suore insorgono......a sostegno della bambina rapita dal tribunale

CITTA’ DEL VATICANO - Le suore che dirigono una delle piu' note scuole parificate di Roma insorgono in difesa di una loro piccola allieva trasferita di autorita' in una casa famiglia dal Tribunale dei Minori e "in tutta coscienza e per amore della verita'" si schierano dalla parte della mamma che ha presentato un esposto-denuncia ai carabinieri della Stazione San Pietro.
"Ho appreso con dolore e rammarico che la nostra alunna, in data 14 dicembre e' stata collocata presso una casa famiglia dal Tribunale per i Minorenni", scrive la direttrice della scuola romana, della quale non puo' essere fatto il nome per evitare che la minore sia identificata. Nella lettera, della quale l'Agi e' entrata in possesso, la suora testimonia che la bambina - che oggi ha 7 anni e che venne affidata alla mamma dal Tribunale dei minori di Milano quando madre e figlia risiedevano nel capoluogo lombardo - e' "ben curata, serena, bene educata, allegra e socievole, molto attaccata ai suoi compagnetti di scuola", ed "ha maturato importanti amicizie, e un ottimo rapporto di stima ed amore reciproco con il corpo insegnante". "In qualita'di direttrice della Scuola elementare paritaria frequentata dalla minore mi sento di appellarmi a codesta Onorevole Corte affinche' sia fatta giustizia e sia tutelata la piccola che ha il diritto di vivere la sua infanzia e la sua vita onsiderato inoltre che, nella sua vita strappata non vi era nulla che giustificasse un allontanamento", conclude la religiosa rivolgendosi ai giudici di seconda istanza che dovranno pronunciarsi sull'allontanamento deciso dal Tribunale dei minori di Roma dopo che la mamma si era trasferita nella Capitale anche per consentire al papa' di vedere piu' frequentenente la figlia. Le suore hanno anche annunciato di voler rinunciare al "versamento economico della retta scolastica offrendo, almeno noi, il nostro aiuto, amore e competenza gratuitamente e genuinamente". L'avvocato Giuseppe Lipera, che assiste la madre, ritiene che l'allontanamento della piccola sia frutto di una decisione sbagliata. Nell'ordinanza - spiega il legale - sono stati solo riportati "alcuni stralci della relazione psicologica a cui e' stata sottoposta la bambina, recependola acriticamente senza in alcun modo spiegare il perche' della sua condivisione di quelle risultanze e, soprattutto, il percorso logico seguito dalla stessa per addivenire a quella decisione che, a rigor di legge, dovrebbe essere considerata l'estrema ratio a cui ricorrere". Secondo il penalista, "il presidente di un tribunale per i minorenni, prima di adottare un provvedimento tanto drastico quanto doloroso, dovrebbe curarsi di accertare con maggior accortezza e sensibilita' la realta' dei fatti che si trova davanti. Dovrebbe dare modo alle parti di interloquire in maniera ampia ed esauriente, evitando di prendere tali decisioni alla luce dei soli riscontri offerti dai "collaboratori" del tribunale per i minorenni".

Nessun commento:

Posta un commento