sabato 7 gennaio 2012

Sentenza Shock "VIOLENTARE 500 volte la figlia non e' reato"

Sentenza shock per un caso di terribili violenze domestiche subite da una donna  abusata dal padre per oltre 30 anni
Il padre che ha stuprato per 500 volte la figlia in più di  30 anni è stato condannato a neanche tre anni di prigione perché il sesso era apparentemente consenziente. Una sentenza shock che sta scuotendo la Germania, arrivata su uno dei casi più controversi degli ultimi anni. Adolf B., il protagonista delle trentennali violenze sulla figlia Renate, era stato definito il Fritzl tedesco, dal cognome dell’ingegnere austriaco che aveva segregato per 24 anni in un bunker domestico la figlia per violentarla e far crescere lì i bambini fatti con lei.MARTIRIO DOMESTICO – La vicenda del pensionato bavarese Adolf B. era emersa alcuni mesi orsono. Il padre di famiglia, ormai settantenne, aveva avuto rapporti sessuali costanti con sua figlia per oltre trent’anni, interrotti solo grazie ad una denuncia nei confronti della donna. La figlia di Adolf, Renate, ha inoltre avuto tre bambini, tutti nati disabili a causa dei rapporti incestuosi. Due dei figli sono morti in tenerissima età, mentre solo uno è sopravvissuto alle sue gravi forme di handicap. Proprio grazie ad un ricatto fatto da Renate alla moglie del medico che curava suo figlio è stato scoperto il caso, i cui terribili contorni sono emersi nel processo. Le violenze sessuali sono iniziate quando la figlia di Adolf B. aveva solo 13 anni, e sono state costanti per tutti gli anni successivi – ora Renate ha 46 anni. L’ultimo rapporto è avvenuto a marzo 2011, e fino ad allora il padre avrebbe violentato la figlia quasi 500 volte, nella piena consapevolezza della moglie, che avrebbe tra l’altro assistito anche ad alcuni amplessi.VIOLENZA NON PROVATA – I rapporti ottenuti con la forza però non sono stati sufficienti per condannare il pensionato bavarese alla pena di stupro. I magistrati del tribunale di Norimberga – Fürth non hanno ritenute credibili le testimonianze di Renate. La donna si è contraddetta troppe volte, per esempio raccontando diverse versioni su come avvenne il primo rapporto tra padre e figlia. Per questo la corte tedesca ha condannato Adolf B. solo per i rapporti incestuosi ottenuti con la costrizione, affibbiando all’uomo una pena molto mite per il crimine commesso, soli 2 anni e 8 mesi di carcere. Il sesso sarebbe stato perlopiù consenziente negli anni non coperti dalla costrizione, ovvero i rapporti sessuali avvenuti dopo il 1991, dove si sarebbe potuto provare lo stupro. Una sentenza shock, che ha già infiammato la discussione nella maggior parte dei media tedeschi.

Il magistrato del caso di Adolf B. spiega perchè non ha condannato per stupro il genitore responsabile di molestie durate più di 30 anni
Un padre che fa sesso con la figlia cinquecento volte nell’arco di più di trent’anni commette un crimine orribile. Eppure Adolf B., il pensionato bavarese responsabili di tali disgustose violenze nei confronti della sua primogenita Renate, èstato condannato a soli 32 mesi di prigione. Neanche tre anni, dunque. Una pena così lieve che ha shoccato l’intera Germania. Il giudice che ha scritto quella sentenza parla a Bild per spiegare i motivi della decisione.
TROPPE CONTRADDIZIONI - Günther Heydner, il giudice responsabile del processo di Aldolf B., spiega al più diffuso quotidiano tedesco perché un padre dal comportamento così disgustoso ha preso solo 2 anni e 8 mesi di detenzione. “C’erano testimonianze contro testimonianze di segno opposto. Questo è decisivo, nella valutazione dei fatti esaminati a processo: la testimone è coerente o si contraddice?”. Uno delle principali contraddizioni nelle quali è caduta Renate B. è stato il racconto della sua prima volta. “Di solito, rimarca il giudice Heydner, le vittime si ricordano molto bene delle loro esperienze più significative. Invece quando parlava del primo rapporto con il padre la testimone si contraddiceva: una volta il padre l’ha aggredita di sorpresa, un’alta volta l’ha gettata sul letto, oppure la madre c’era o scompariva a seconda della testimonianza.” Con un simile comportamento, rimarca il giudice, provare una violenza non è possibile.
SCONTO DI PENA – Dopo le prime violenze, per Heydner tra padre e figlia si è insinuato una sorta di accordo consensuale quando si verificavano gli abusi. Inoltre, il ruolo di vittima di Renate B. è stato messo in discussione anche perché la denuncia contro il padre è scattata solo dopo che lei ha saputo di non essere l’unica erede della casa dei genitori. “Per questo rimanevano solo dieci casi di incesto che non erano prescritti, e il massimo della pena per questo reato è tre anni”. Lo sconto di pena ricevuto da Adolf B. è dipeso dal fatto di aver confessato il reato, così come di essere sostanzialmente incensurato. La sentenza però non è definitiva. L’avvocato della figlia ha presentato ricorso, e in ultima istanza sarà il tribunale federale a decidere sulla giusta pena per il padre che ha fatto sesso con la figlia per oltre 30 anni.

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