venerdì 3 febbraio 2012

Al ministro Severino

In occasione dell’incontro con il Ministro della Giustizia Paola Severino, ci prefiggiamo di porre in risalto alcune lacune dell’attuale sistema giudiziario che, nella maggioranza dei casi, non tutela le vittime di violenza e, sovente, contribuisce a  mantenerle in una condizione di impossibilità di difendersi. Ciò accade, ad esempio, quando la vittima - quasi sempre donna - seppure incline a denunciare il proprio aguzzino, si ritrova a ritrattare perché nulla viene fatto a scopo cautelativo: l’uomo violento non viene allontanato tempestivamente e la donna, anche quando decide di perseguire nella denuncia, è obbligata ad una convivenza che, non di raro, si conclude con il suo assassinio.  A tal proposito, le associazioni di volontariato troppo spesso sono costrette a impiegare tutte le risorse per far fronte alle carenze delle istituzioni, che sembrano non tener conto dell’urgenza di un cambiamento che dovrebbe prendere in causa anche e soprattutto la prevenzione.
 
Al Ministro Paola Severino, portiamo la voce delle donne, di quelle donne che a noi si sono rivolte per chiedere aiuto nella speranza di una giustizia più giusta. Sappiamo bene che è impossibile stravolgere un intero sistema e che le modifiche necessitano di tempo. Ma sappiamo anche che continuare a procrastinare su ciò che richiede immediatezza d’attenzione significa essere collusi con la violenza stessa.
 
Proponiamo
 
 Intervento immediato delle Forze dell’Ordine davanti a una richiesta di aiuto: portiamo il caso di Monica Da Boit a dimostrazione di come si sarebbe potuta salvare una vita.
 No al rito abbreviato in caso di omicidio: la riduzione di un terzo della pena è uno dei più eclatanti motivi di malcontento tra i familiari delle vittime
 No agli arresti domiciliari in caso di stupro, tentato omicidio e abuso su minori
 Patrocinio gratuito per le vittime di violenza e per i familiari
 Sostegno psicologico gratuito per le vittime di violenza e per i familiari
 Aiuto economico e, un eventuale figura professionale d’appoggio, per i tanti nonni ai quali vengono affidati i figli delle donne uccise
 
Chiediamo
 
 Maggiore apertura verso le richieste di aiuto dei cittadini onesti:  a scopo esemplificativo, portiamo il caso di Patrizia Genta, madre di Emma Genta, uccisa per un affitto non pagato. L’assassino di Emma, uscito dal carcere a distanza di pochi mesi dall’omicidio, vive nei pressi dell’appartamento di Patrizia che, a suo tempo, si è rivolta all’ex Ministro della Giustizia Angelino Alfano (vedi lettera pubblicata nel libro L’uomo nero esiste). Mai risposta le è stata data: comportamenti come questo suscitano l’indignazione pubblica
 Uno sportello rosa istituito dal ministero e gestito da personale specializzato (avvocati, psicologi) pronto a rispondere alle emergenze e in grado di segnalare i casi a rischio a chi di dovere
 Corsi di prevenzione alla violenza a partire dalle scuole medie
 Maggiore attenzione verso quanto propongono alcuni programmi televisivi che, per audience, fanno spettacolarizzazione e speculazione del dolore, togliendo dignità alle vittime e facendo aumentare la bramosia degli spettatori per i dettagli. Alcuni attuali salotti televisivi proposti dalla stessa RAI risultano altamente diseducativi, fuorvianti e, di frequente, costituiscono un reale intralcio alle indagini ancora in corso
 
Ci rendiamo disponibili per qualsiasi forma di collaborazione ci venga richiesta.
 
 
 
 

1 commento:

  1. Anonimo3.2.12

    Finalmente si arriva al traguardo tanto atteso da moltissimi di noi, donne e uomini compresi, si perche riguarda tutti noi cittadini Italiani, senza distinzione di sesso o religione.
    Tutti ne siamo coinvolti malauguratamente , anche chi conosce la violenza solo attraverso le informazioni date dalla TV, dai Giornali o semplicemente dal Social Network Facebook , chi non ha avuto la disgrazia di vedersi strappare alla vita un figlio a causa della violenza maschile.....la maggior parte di questi delitti, sono perpetrati contro il sesso debole, il femminile.
    Forse non sarà il traguardo tanto agogniato,ci auspichiamo invece che sia l'inizio di un nuovo modo di percepire e porre rimedio con la massima urgenza al dramma della violenza, …..non solo dopo il fatto compiuto ,ma porsi nuovi interrogativi, su come prevenire e intervenire tempestivamente onde evitare una nuova tragedia.
    E allarmante constatare quanta violenza ci sia nei confronti delle donne, dei bambini tolti ai genitori da Assistenti Sociali, ( alcune e non tutte fortunatamente ) incapaci di gestire con coscienza la tutela del bambino in caso di affido condiviso nonostante la tanto decantata Laurea.
    Amiche mie ,avete intrapreso una strada tutta in salita, difficile fatta di mille ostacoli superati con tenacia grazie al vostro impegno fatto di SQUADRA , anni di lavoro , di ricerche di contatti con madri orfane di figli , di donne che vi hanno confidato il loro malessere di un rapporto burrascoso all’interno del matrimonio, donne che si sono affidate a voi per un consiglio su come gestire la drammatica situazione in cui vivono chiedendvi con fiducia …aiuto .
    Grazie a voi, a Cinzia Lacalmita, a Valentina Pappacena, al Senatore Stefano Pedica, a Ester Pecor, alla grande squadra di persone preparate e convinte che fare GRUPPO per una giusta causa insieme si può.
    A voi che avete messo cuore e anima per arrivare alla presenza del Ministro della Giustizia Paola Severino , a nome mio, e a nome di noi tutti dico …Grazie di cuore !!!...Mi scuso se hò omesso qualche nome importante Paola Caio madre di Monica Da Boit

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