venerdì 9 marzo 2012

Interrogazione del senatore Pedica sul caso di Luisa&Lillo

PEDICA - Al Ministro della salute - Premesso che:
S.P., detto Lillo, sotto-capo della Marina militare a Brindisi, in data 7 agosto 2003, nella località Santa Sabina di Carovigno (Brindisi), ha un arresto cardiaco;
a causa della mancanza di ossigeno Lillo subisce danni cerebrali. La notizia è data più tardi ai familiari in ospedale, dove i medici riferiscono altresì dello stato di coma del giovane;
intubato il ragazzo viene trasportato all'unità di rianimazione di Brindisi, dove rimane per tre mesi, poi viene trasferito al Villa Verde di Lecce e vi rimane altri cinque mesi. Dopo otto mesi tra rianimazione e unità di risveglio viene riferito che il miglior luogo per il giovane è la famiglia, ma la diagnosi è gravissima: stato vegetativo persistente per conseguenze post -anossiche, con danni cerebrali parietali, temporali, corticali;
in data 28 marzo 2004 il ragazzo, bisognoso di assistenza continua, viene riportato a casa, dove, da allora, lo assistono 24 su 24 ore la madre e il padre che, nel frattempo, per stare vicino al figlio hanno deciso di abbandonare il lavoro;
la famiglia riferisce all'interrogante come la situazione sia veramente drammatica, anche a causa della mancanza di un'adeguata assistenza domiciliare effettuata da figure professionali competenti. In particolare sono state anche ridotte le sedute di fisioterapia, che tra l'altro durano meno di mezz'ora, da cinque a tre giorni a settimana;
la famiglia nel 2009 viene a conoscenza di un centro di riabilitazione di altissima specializzazione in Svizzera (Valens), che notoriamente non conosce eguali in Italia: la Clinica Valens, infatti, specializzata in neurologia e neuro riabilitazione, è considerata uno dei centri di riabilitazione leader a livello internazionale. Nella clinica vengono assistiti pazienti con impedita o ridotta capacità motoria provenienti dalla Svizzera e dall'estero;
considerato che:
i genitori di Lillo decidono quindi di inoltrare domanda e relativa documentazione al suddetto centro per un primo ciclo di cura, che inizierà circa un anno data la lunga lista d'attesa;
la famiglia riferisce all'interrogante di aver iniziato, nel mese di giugno 2010, ad instaurare un dialogo con la Direzione sanitaria della Azienda sanitaria locale di Brindisi - all'epoca il direttore sanitario era il dottor Rodolfo Rollo - riuscendo ad ottenere l'autorizzazione per effettuare il primo ciclo di cura nel centro svizzero;
nonostante la mancata dazione di un anticipo delle spese da parte della Asl competente, e nonostante la grave situazione economica in cui versano, i genitori riescono a sopportare il costo della suddetta cura grazie all'apertura, su un social network, di una campagna di solidarietà per il giovane;
nell'agosto 2010 la famiglia si reca in Svizzera per far effettuare a Lillo il primo ciclo di cure: in proposito riferisce di aver dovuto anticipare ogni somma e di non aver ricevuto ancora alcun rimborso;
nel novembre 2010 la famiglia viene poi autorizzata a recarsi nuovamente in Svizzera per far effettuare un'operazione molto complicata ai piedi del giovane: la riabilitazione viene svolta nuovamente presso la clinica di Valens, e nell'occasione gli interessati ottengono i rimborsi economici da parte della Asl di Brindisi;
in data 19 luglio 2011 la famiglia presenta la richiesta per un altro ciclo, ma non riceve alcuna risposta in proposito. Sceglie allora di partire comunque per la Svizzera, sostenuta economicamente ancora una volta dalla generosità delle persone; nel frattempo decide altresì di affidarsi ad un legale per la tutela degli interessi del giovane, anche perché è venuta a conoscenza di casi simili a quello di Lillo, casi in cui però sono stati autorizzati diversi cicli di cure presso la clinica svizzera;
la famiglia riferisce inoltre che le cure svizzere hanno determinato un evidente miglioramento delle condizioni di Lillo;
in data 2 febbraio 2012, convinti della bontà delle cure svizzere e pronti ad ogni sacrificio per la salute del proprio figlio, i genitori ripresentano la domanda per l'autorizzazione ad un altro ciclo di cure sempre presso la Clinica svizzera,
la famiglia riferisce che, in data 21 febbraio 2012, il responsabile del Centro di riferimento regionale, che è un fisiatra, e altri due soggetti si sono recati presso l'abitazione del giovane per verificare le condizioni dello stesso;
in data 5 marzo 2012 la famiglia riceve una raccomandata dalla Asl competente dove viene riferito il parere negativo in relazione al nuovo ciclo di cure presso la clinica svizzera, a causa delle condizioni ormai stabili del giovane che avrebbe solo bisogno di nursing continuativo ma non di riabilitazione intensiva. Si tratta di un dato ritenuto dagli interessati in forte contraddizione con la relazione del fisiatra, redatta per la presentazione della richiesta, nonché contrario a quanto sostenuto dalla stessa clinica svizzera;
ad avviso dell'interrogante ci si trova di fronte ad una situazione estremamente delicata, coinvolgente diritti fondamentali dell'uomo costituzionalmente garantiti, che richiede una verifica attenta della bontà della decisione della Asl di Brindisi in ordine all'inutilità delle cure richieste dalla famiglia del giovane, data, tra l'altro, l'impossibilità della stessa di far fronte alle spese per le cure all'estero senza il sostegno pubblico,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti in premessa;
se e quali provvedimenti, nell'ambito delle proprie competenze, intenda adottare a tutela del diritto alla salute del giovane coinvolto, in particolare verificando la bontà delle scelte che hanno condotto la Asl competente a negare l'aiuto richiesto.
 
(4-07042) del 8 marzo 2012
 

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